Durante la trasmissione ‘La Terrazza’ in onda su WebTv1, è intervenuto il presidente della Turris Antonio Colantonio. Di seguito un estratto: “Non vale la pena investire nel calcio, fino alla Serie D poi è un bagno di sangue ma anche in C perché non ci sono tutti questi risvolti economici. Alcune cose si fanno per amore della città, ma anche per prestigio e visibilità. Io non farò mai calcio da un’altra parte, altrimenti significherebbe fare business e per me non lo è. Più seguito? Avrei preferito qualcosa di più. Purtroppo ci sono pochi tifosi ma accanitissimi e per loro ho trovato la forza per andare avanti. Non c’è stato il cambio generazionale, ci sono 300-400 persone, il resto sono occasionali e seguono gli umori e i risultati sportivi che non possono arrivare sempre.
Non continuare? Sono ancora convinto, ho comunicato questa decisione con anticipo quando pochi credevano alla salvezza. Mi confrontai con Primicile e gli dissi che avrei raggiunto la salvezza costi quel che costi. Siccome ritengo la Turris del popolo e il popolo a voce alta ha chiesto che Colantonio non entrasse più nel ‘Liguori’, assecondo la richiesta. Sto lavorando per fare in modo che, chi mi succederà, potrà farlo con la giusta tranquillità. Non sono contro nessuno, siamo arrivati all’ultimo atto della mia gestione. L’ho capito quest’anno e probabilmente l’avranno capito anche gli altri. Se dovessi ritornare indietro, per tutto quello che è accaduto, non rifarei il presidente della Turris perché i bocconi amari da digerire sono troppi”.