Turris, Colantonio risponde alla nuova proprietà: “Ecco come sono andate le cose”

Colantonio

Antonio Colantonio, ex presidente della Turris, ha replicato al comunicato diffuso dall’attuale proprietà corallina, la Sport and Leisure srl, guidata da Ettore Capriola. La società aveva affermato che Colantonio vantasse obbligazioni pecuniarie relative agli ultimi stipendi della stagione sportiva precedente, il cui saldo sarebbe necessario per far fronte alle prossime scadenze economiche, in particolare quella del 15 ottobre, relativa al pagamento degli stipendi di luglio e agosto, il cui mancato adempimento potrebbe causare una nuova penalizzazione per il club.

Colantonio ha voluto chiarire la sua posizione con un comunicato dettagliato, smentendo quanto dichiarato dalla nuova proprietà e ricostruendo i fatti legati alla situazione economica e gestionale del club. Ha ricordato che l’iscrizione della Turris al campionato 2024/2025 è stata possibile solo grazie all’intervento della sua famiglia. La società immobiliare “Di Santo Spirito srl”, di cui Capriola ha piena contezza, si era impegnata a procurare i fondi per garantire la fideiussione bancaria necessaria per l’iscrizione, ma al momento della scadenza disponeva solo di 150mila euro, insufficienti a coprire i 350mila euro richiesti. La famiglia Colantonio ha quindi garantito i restanti 200mila euro necessari, permettendo di completare l’operazione fideiussoria con il supporto della Banca di Credito Popolare. Successivamente, su richiesta di Capriola, è stato siglato un accordo per la cessione di crediti (Superbonus 110%) del valore di circa 238mila euro per garantire un ulteriore supporto alla Turris. Nonostante ciò, la garanzia fideiussoria da 200mila euro non è stata ancora sostituita in banca, rimanendo a garanzia delle obbligazioni della stagione in corso.

Colantonio ha inoltre evidenziato i ritardi nella gestione della nuova proprietà, come l’apertura tardiva di un conto corrente intestato alla Turris, che ha impedito di formalizzare la cessione delle quote societarie in tempi rapidi. Nonostante i numerosi ritardi e problemi, le parti hanno comunque sottoscritto il passaggio di quote davanti a un notaio, superando un compromesso ormai reso inattuabile da condizioni non più realizzabili. In seguito, Capriola avrebbe chiesto alla famiglia Colantonio di cercare sponsorizzazioni per sostenere ulteriormente la società e, in risposta, Colantonio ha facilitato contratti per un valore di circa 100mila euro, già in parte corrisposti. Tuttavia, al ritorno dalle ferie estive, Capriola ha avanzato nuove richieste, proponendo la cessione di ulteriori crediti per un valore di circa 500mila euro. La famiglia Colantonio si è dichiarata disponibile a procedere, ma Capriola non ha mai inviato alcuna bozza di contratto, causando ulteriori ritardi. Colantonio ha concluso il suo comunicato esprimendo perplessità sulle intenzioni di Capriola, che continua a cambiare strategia e richieste, ostacolando il supporto concreto che i fratelli Colantonio potrebbero fornire per salvaguardare la squadra. Il suo appello finale è rivolto alla chiarezza e alla trasparenza, sottolineando l’importanza di garantire un futuro sereno alla Turris, evitando che possa ripiombare nei dilettanti dopo anni di duro lavoro per riportarla nel professionismo.

Di seguito il comunicato integrale

“In merito al comunicato diffuso in data 11 ottobre a nome della società che detiene le quote della S.S. Turris, riconducibile al signor Capriola Ettore, si tiene a precisare come realmente sono andati i fatti. Innanzitutto, l’iscrizione della Turris al campionato 2024/2025, con scadenza 4 giugno 2024, è stata completata esclusivamente grazie all’intervento della famiglia Colantonio. Più precisamente, la società immobiliare “Di Santo Spirito srl”, di cui ha maggiore contezza il signor Capriola e che in seguito avrebbe acquisito le quote societarie di maggioranza della Turris, si era obbligata a procurare i fondi per garantire la fideiussione bancaria (da euro 350mila), indispensabile per l’iscrizione al campionato di serie C. Invece, la predetta società, al momento della scadenza per ottenere la fideiussione, aveva come disponibilità la sola somma di euro 150mila da poter versare sul conto corrente acceso presso la Banca di Credito Popolare. Quindi, gli ulteriori fondi (euro 200mila) per ottenere la fideiussione e depositarla in Lega sono stati garantiti dalla famiglia Colantonio. Solo grazie a questo intervento ed alla grande disponibilità della Bcp protrattasi fino alle ore 23 dell’ultimo giorno utile, si concretizzava l’operazione fideiussoria mettendo a garanzia titoli e firme dei fratelli Colantonio (per dirla tutta, il costo dell’operazione di fideiussione – pari ad euro 14mila circa – veniva corrisposto dagli stessi Colantonio e disponibili sul conto della Turris, che è sempre rimasto capiente per eventuali esigenze straordinarie). Di conseguenza, i fondi da rimborsare per 200mila euro venivano successivamente procurati, su espressa richiesta del signor Capriola, attraverso un atto sottoscritto da una società a lui riconducibile di cessione dei crediti (superbonus 110%) pari a circa 238mila euro, per un importo pagato a titolo di corrispettivo per 230mila euro (senza dunque applicare lo “sconto” di normale mercato adoperato nelle vendite dei predetti crediti bonus) in modo che dai fratelli Colantonio potesse arrivare un maggiore supporto al signor Capriola e, contestualmente, alla Turris. È giusto il caso di sottolineare che, ad oggi, detta garanzia fideiussoria da euro 200mila non è stata ancora sostituita in banca e resta tuttora a garanzia delle obbligazioni della stagione in corso. La società cessionaria avrebbe dovuto poi aprire subito un conto corrente della Turris presso qualsiasi Istituto di credito al fine di poter formalizzare la cessione di quote societarie ed iniziare ad operare. L’apertura del conto ritardava, tuttavia, in modo eccessivo ed il signor Capriola adduceva, come motivazione, la pendenza della procedura di ristrutturazione del debito presso il Tribunale di Torre Annunziata. Anche se la motivazione appariva anomala, in quanto in precedenza alcun motivo ostativo era stato sollevato dagli Istituti bancari per poter garantire una fideiussione ed una nomale operativa sui conti correnti, i soci uscenti di maggioranza, per il tramite dell’amministratore della Turris, su espressa richiesta del Capriola, rinunciavano con formale atto alla procedura di ristrutturazione, contrariamente a quanto era stato richiesto nelle precedenti pattuizioni. Per tale “rinuncia”, intanto, la cauzione da 20mila euro, versata dai fratelli Colantonio a garanzia della procedura di ristrutturazione, veniva sbloccata e messa a disposizione della società cessionaria. All’apertura del nuovo conto corrente (40 giorni dopo) venivano accreditati euro 100mila quale mutualità maturata nella stagione precedente (erogazioni Figc) e lasciati in dotazione all’attuale proprietà. Venuti meno tutti i criteri delle precedenti pattuizioni e prendendo contezza ormai che tutti i punti non erano più realizzabili, le parti decidevano di sottoscrivere l’agognato passaggio di quote societarie davanti al notaio. Il passaggio è avvenuto senza nessun tipo di problema, tanto è vero che si è ritenuto, in quella sede notarile, che il precedente compromesso stipulato tra le parti fosse ampiamente superato per il semplice fatto che oramai conteneva tanti punti non realizzati e non più realizzabili. In tale contesto, il Capriola procedeva alla acquisizione delle quote tramite una nuova società di capitali e, nel prendere atto di tutte le circostanze, contestualmente chiedeva ad Antonio Colantonio di impegnarsi a poter fare arrivare nelle casse della Turris quanti più sponsorizzazioni possibili (in quest’ottica, all’avvenuta operatività del nuovo conto, si sono materializzati contratti di sponsorizzazione per circa 100mila euro con aziende facenti parti del circuito della famiglia Colantonio, di cui allo stato circa la metà della cifra già corrisposta alle scadenza pattuite con l’area Marketing della Turris). Al ritorno dalle ferie estive, il 3 settembre 2024, il signor Capriola – insieme al signor Ciro Giardino – chiedeva appuntamento ad entrambi i fratelli Antonio e Giuseppe Colantonio, chiedendo se il precedente impegno a procacciare “sponsor” potesse essere convertito in un atto di cessione di ulteriori crediti (bonus 110%) per un valore di circa 500mila euro, manifestando anche la possibilità di applicare un congruo sconto sulla cessione agli acquirenti di tali crediti. A tale richiesta i fratelli Colantonio si rendevano disponibili ma, sempre per il bene della Turris, rinunciando a qualsiasi sconto e manifestando apertura a fornire ulteriore supporto di tipo societario. Da quella data il signor Capriola, nonostante venisse sollecitato di continuo, non inviava alcuna bozza di contratto di cessione di crediti ed alcuna scheda indicante il tipo di crediti da cedere per verificarne la natura, l’importo e la scadenza, in modo tale da poter concludere l’operazione richiesta Solo dopo circa 20 giorni, alla presenza di altro suo altro collaboratore, si presentava con una nuova simile proposta, ma sulla base di una cifra diversa (circa 600mila euro) e scadenza dei crediti in oggetto non più entro il 2025 bensì entro il 2027. Tale richiesta veniva comunque presa in considerazione dai fratelli Colantonio per amore della squadra cittadina, tanto è vero che richiedevano a Capriola l’invio della bozza dell’atto di cessione dei crediti. Anche in questo caso, sono trascorse ulteriori settimane senza ricevere nulla. Pertanto, Antonio Colantonio, considerando l’approssimarsi di scadenze federali importanti (15/10/2024) e riscontrando una mancanza ancora di concretezza dall’altra parte, si rendeva disponibile ad un ulteriore incontro, nel corso del quale il signor Capriola, nell’avanzare le stesse richieste fatte in precedenza, manifestava la volontà di avere anche un aiuto operativo all’interno della società, preannunciando a stretto giro un comunicato stampa per darne ufficialità. Nell’occasione, Antonio Colantonio, nel ribadire l’importanza di accelerare le operazioni alla luce di imminenti scadenze, dava anche la sua disponibilità, tramite la sua esperienza, a collaborare per trovare qualsiasi soluzione senza pretendere né ruoli né quote societarie. Che, da questo avvenimento, articoli di stampa abbiano poi ipotizzato un rientro nella Turris della famiglia Colantonio non è frutto di notizie eventualmente veicolate da persone riconducibili alla famiglia Colantonio. Ad ogni modo, trascorsi ulteriori giorni, in data 9 ottobre 2024, dopo aver sentito telefonicamente il signor Giardino, veniva trasmessa una bozza di contratto di cessione dei crediti totalmente differente negli importi fino a quel momento concordati (cessione di crediti per circa 1 milione e 500mila euro e senza fare menzione alla condizione del trasferimento di dette risorse nelle casse della Turris per la sua sopravvivenza, bensì offrendo un nuovo “sconto” del 20% nel pagamento di tale cessione di crediti. In ogni caso, veniva richiesto dal sig. Capriola, tramite un suo collaboratore, ulteriore incontro per la sera del giorno 11 ottobre, poi rimandato al giorno 15 visto l’importante impegno di campionato della squadra. E invece, arrivava la nota della Sport and Leisure che cambiava nuovamente le richieste, facendo riferimento a condizioni ormai passate e superate da ulteriori accordi. Si potrebbero aggiungere tantissime altre cose ma, per serietà ed amore verso la squadra, ci si ferma qui, rendendosi disponibili anche ad un confronto con tutte le parti presenti ai vari incontri per poter conclamare la veridicità dei fatti sopra esposti. Con molta onestà, non si riesce a comprendere quali siano gli intenti del signor Capriola, che continuamente cambia modus operandi e richieste. Tali compartimenti non danno la possibilità ai fratelli Colantonio di poter dare un supporto concreto, tra l’altro già concesso, per evitare che le cose possano avere rivolti negativi per la squadra cittadina. Ci auguriamo che tutto si possa risolvere con comportamenti chiari e limpidi, poiché la creatura Turris, che appartiene a tutta la citta di Torre del Greco, possa continuare a calcare i palcoscenici del professionismo e non tornare indietro come lo è stato nei precedenti 20 anni di dilettantismo. In conclusione, pur ammettendo di aver commesso degli errori nella precedente gestione (solo chi non opera non sbaglia), sicuramente mai si era pensato di procurare il fallimento della Turris, anzi tutti gli atti propedeutici e le varie operazioni erano, solo ed esclusivamente, volte a far sì che la Turris poetesse continuare nel suo glorioso percorso calcistico. Per sempre FORZA TURRIS!”.