Cavese, Logiudice: “Ho voluto Cinelli, ma la scelta non è mai stata digerita. Mio errore? Forse inizialmente…”
PasqualeLogiudice
, direttore sportivo della Cavese, è intervenuto nel corso della conferenza stampa di presentazione di Raffaele Di Napoli e ha commentato la decisione del cambio in panchina:
“Siete a conoscenza di quello che si è verificato nelle ultime 48 ore. Non cambia il progetto iniziale. Il primo pensiero è per Daniele Cinelli. È stato scelto da me, l’ho voluto fortemente e contro tutti perché non dobbiamo prenderci in giro, questa scelta non è stata mai digerita. Mi sento orgoglioso perché mister Cinelli ha lavorato bene e ci sta permettendo oggi di “sognare”. Mi sento personalmente di ringraziarlo. Si è chiusa una parentesi. Oggi ho fatto un esempio alla squadra: quando si facevano le ripetute in salita, soprattutto sugli 80 metri, i primi 60 metri si facevano mentre si faticava sugli ultimi 20. Ho chiesto uno sforzo alla squadra, in questi ultimi 20 metri abbiamo un nuovo condottiero. Sarà coinvolto e aiutato in questo progetto, da me supportato. Voglio dare il benvenuto a mister Di Napoli”.
Logiudice prosegue: “Ho iniziato a parlare con la società a metà giugno. Appena è uscito il nome di Cinelli, la scelta non è mai stata digerita. I sette mesi di Cinelli sono stati continuamente di incertezze. È stato un percorso che ha portato a questi risultati, ma oggettivamente è sempre stato il bersaglio numero uno ai primi intoppi. Siamo andati con i risultati che fortunatamente si sono sempre incanalati, nell’ultimo mese, per un motivo o per un altro, c’è stata qualche situazione che non è andata ed è venuto tutto in automatico. Affinché Cinelli potesse sedersi in panchina, doveva vincere tutte le partite. Il mio errore? Inizialmente forse dovevo fare un passo indietro, ma sono abituato a portare avanti le mie scelte. Si prende atto della scelta societaria, il presidente è stato molto chiaro. Il progetto va avanti con entusiasmo e consapevolezza”.
Il ds della Cavese chiude: “In un momento così, c’è bisogno di tutti. Chi riesce a gestire meglio e fa accorciare il momento un po’ così, riesce ad arrivare in fondo. C’è bisogno di tutti. Non sono parole fatte. Se per risolvere un problema, andiamo sempre alla ricerca di un colpevole, la strada non avrà mai uno sbocco. Proprio perché io non ho vissuto quello che è accaduto l’anno scorso, non ho un termine di paragone. Se il presidente mi pone il problema dei risultati, io lo posso stoppare. Se un presidente ha vissuto quell’esperienza che io non ho vissuto, devo alzare le mani e prenderne atto. Capisco umanamente chi ha vissuto il “dramma” sportivo ed economico, da dipendente ne prendo atto”.