martusciello salernitana

La Salernitana ha affidato la panchina a Giovanni Martusciello. Il nuovo allenatore granata ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa:

“Ho cavalcato questa situazione straordinaria per il valore di questa squadra. La piazza parla da sola, non devo fare alcun inno al seguitemi, l’unica cosa che posso dire è che lavorerò affinché la Salernitana possa divertire la gente facendo risultati. Sono maledettamente orgoglioso di stare qui a Salerno. Cosa è cambiato rispetto all’esperienza con l’Empoli? Stiamo parlando di 5/6 anni fa. Si cresce tutti, quell’esperienza mi è servita molto, non devo commettere quegli errori dati dall’inesperienza. Ero pronto, ero in una piazza dove sono nato calcisticamente, era una squadra particolare e non sono riuscito a mantenere la categoria all’ultima giornata.

In questi 4-5 anni, facendo ulteriori esperienze, ho imparato che non conta solo l’aspetto tecnico-tattico, c’è anche una gestione della comunicazione. Alcuni errori li ho commessi all’epoca, non mi vergogno a dirlo, anche nella gestione ordinaria dei giocatori. Ci tengo a chiarire questa cosa qui perché è presente la persona che mi ha voluto, il direttore sicuramente mi darà una mano a non commettere errori. Siamo tutti sulla stessa barca, ho bisogno di aiuto, do aiuto tramite le conoscenze che ho maturato in questi anni. Rispetto al passato, ho perso più capelli (ride, ndr) ma ho guadagnato autostima e capacità di dire “io lo faccio”. Questa piazza è meravigliosa, ma delicata. Ringrazio il presidente e mi metto in gioco in un qualcosa in cui siamo tutti complici. Mi auguro che si sia intrapresa la strada giusta”.

Il mister continua

“Modulo? Devo rapportarmi a quello che avrò come potenzialità in mano. La linea difensiva sarà a quattro perché ho sempre giocato così, ma possono esserci delle variazioni in fase di costruzione. Centrocampo a tre o a due? È un discorso sottile. Devo vedere se scegliere l’uno o l’altro, ho bisogno di rapportarmi con le caratteristiche dei giocatori. André Anderson? È un ragazzo straordinario e un giocatore fortissimo. Sasà Russo? L’ho sentito stanotte e stamattina, era felice del mio arrivo qui. Preoccupato? Assolutamente no, ho tanta voglia. Non voglio sembrare presuntuoso, se perdo tempo a preoccuparmi di ciò che può accadere… mi perdo. Sono nelle braccia di Petrachi. La voglia è superiore alla preoccupazione. Il 7 c’è il raduno, 8 e 9 le visite mediche e partiamo il 9 per il ritiro.Arechi? Giocarci è pesante, se aggiungiamo l’obbligo di vincere il campionato diventa complicato. Mettere dei paletti non ci conviene. Faremo di tutto per vincere quante più partite è possibile e portare tanta gente allo stadio, per fare in modo che l’amore sia ricompensato. Si arriva solo attraverso il lavoro. Siamo in uno stato embrionale e dobbiamo mettere quel mattoncino in più ogni giorno per affrontare la montagna dell’Arechi per renderla una discesa.Tra Serie A e B c’è differenza, ma il calcio resta quello. La squadra deve avere conoscenza di cosa fare in campo, del dinamismo superiore rispetto alla Serie A, dell’avversario. Scegliere giocatori prevalentemente fisici non penso sia giusto. Chi sa giocare a calcio, lo sa fare soprattutto nel casino. Nel centrocampo attuale, che è il reparto che sposta la condizione di palleggio o meno, se si riesce a trattenerli motivati, si parte da qualcosa di importante. Dipende dalla motivazione che fa la differenza in ogni categoria. Con la Lazio abbiamo perso qui, eravamo più forti, ma evidentemente la Salernitana quel giorno aveva più motivazioni. La montagna spinge e bisogna reggere l’urto, attraverso la consapevolezza di saper palleggiare. I giocatori fermi non possono giocare a calcio. Devono pedalare”.