Salernitana, l’incredibile scivolone di Dziczek che getta ulteriore malumore sulla piazza

Salernitana, l’incredibile scivolone di Dziczek che getta ulteriore malumore sulla piazza

È bastata una semplice dichiarazione ad un portale polacco per gettare nuovamente malumore sulla piazza. Il rapporto ormai freddo tra i tifosi della Salernitana e l’attuale management è situazione risaputa. Il cuore pulsante della torcida granata, nonostante i risultati positivi ottenuti dalla squadra di Fabrizio Castori, ha continuato nella battaglia contro la multiproprietà. Un batti e ribatti mentre la formazione allenata dal trainer di San Severino Marche ha inanellato prestazioni importanti e una classifica interessante.

Non è tutto oro quel che luccica. Perché nelle ultime ore è riesplosa la polemica attorno al mondo salernitano. Alcune frasi del centrocampista Patryk Dziczek hanno accentuato quel dissidio interno divenuto materia nazionale. “Preferisco restare in serie B e lottare per la prima squadra ogni settimana piuttosto che sedermi in panchina a Roma e perdere sei mesi, non giocare affatto o finire solo alla fine. Niente può sostituire un normale gioco. Credo che arriverà il mio momento, che giocherò con la Salernitana in questa stagione e dimostrerò che merito la Lazio. Questo è il mio obiettivo…”, questo un estratto dell’intervista rilasciata dal centrocampista ai microfoni di przegladsportowy.pl.

Un’uscita mediatica che ha riportato alla luce le divergenze tra la città e la proprietà circa il rapporto consolidato con la casa-madre laziale. Affermazioni che, nella buona fede di un giocatore che ha mostrato le sue qualità in granata, ridimensionano la storia centenaria del club campano. Perché la Salernitana ha conosciuto soltanto due volte la massima serie, ma nel complesso può vantare giocatori di alto rango. Profili di spicco nel panorama internazionale che, in molte circostanze, hanno ribadito l’amore per la Bersagliera.

Dunque, un’asserzione tutt’altro che felice e non facile da digerire. La Salernitana merita calciatori affezionati alla maglia e una dirigenza che abbia a cuore le sorti della piazza. È lecito sognare e anche Salerno deve farlo.

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