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Pepe Reina, attuale portiere del Como ed ex Napoli, durante un’intervista concessa a Panini Italia ha ripercorso l’esperienza all’ombra del Vesuvio: “È stata una sorpresa, non seguivo neanche il calcio italiano. Il Napoli in quegli anni si conosceva per ciò che stava facendo con Mazzarri e lo avevo affrontato con il Liverpool. Non è stata una scelta volontaria, il Liverpool mi ha chiamato e mi ha detto ‘devi andare’. Due mesi prima si parlava di rinnovo, poi c’è stato un momento in cui sembravo molto vicino a un ritorno al Barcellona, ma non si è concretizzato.

Passo indietro rispetto al Liverpool? Il Napoli era qualificato in Champions League e poi avere un allenatore come Benitez era una sicurezza. Il Liverpool all’epoca non lottava per vincere la Premier, la qualificazione in Champions era un bel risultato. La realtà di Napoli era già quella e c’era da dimostrare che si poteva crescere: sono arrivati Higuain, Albiol, Callejon e Mertens, la squadra era importante. Ho trovato lo splendore, la felicità, l’altruismo e il cuore di un popolo che dal primo momento mi ha colpito. È facilissimo trovarti bene con una persona di Napoli, ti danno anche quello che non hanno. Racconto questo aneddoto che vuol già dire tanto. Quando abbiamo traslocato era tardi, tra le undici e mezzanotte, mia moglie era preoccupata per il rumore che potesse fare il camion. Dopo mezz’ora suona il campanello, pensavavmo per via del troppo rumore, era la signora del primo piano che ci ha offerto il caffè e una torta di benvenuto. Questo è l’esempio di cosa significa Napoli per noi. 

Napoli di Sarri? Sono stati gli anni in cui mi sono divertito di più. Si giocava un calcio diverso, si vinceva giocando un calcio spettacolare. Il percorso è stato bellissimo, sono state fondate le basi per quello che è arrivato dopo. Quando abbiamo vinto a Torino, in areoporto ci aspettavano in 5000, sono cose che mi rimarranno per sempre nella testa. Cosa è mancato per lo scudetto? Noi ci credevamo fortemente. Io non sono andato al PSG perché avevamof atto il famoso patto scudetto: nessuno doveva andare via e così è stato. Dopo la partita di Torino è arrivata Inter-Juve che ha condizionato un po’ la nostra di Firenze. Però il percorso, la speranza, la gioia, la riconoscenza, l’affetto della gente, tutto quello che ci siamo scambiati in quell’anno è stato bellissimo. Napoli ci ha segnato dal primo all’ultimo giorno, parli con mia moglie e con i bimbi ti diranno la stessa cosa”.