pellegrino aversa

Il presidente Pellegrino del Real Agro Aversa, tramite un comunicato diramato in mattinata, ha annunciato la fine della sua esperienza alla guida della squadra normanna:
“Dopo quattro anni, con ritardo maturato a causa della mia pervicacia – classica di “un vero Normanno”, ben pochi a conti fatti – e smisurata passione per il calcio e la città di Aversa, oggi devo prendere atto che Aversa non vuole il calcio, o forse il mio modo di fare calcio, un calcio che ha come interesse il campo e la sua funzione sociale.
Mea culpa forse.
Fatto sta che oggi mi rendo conto che non ci sono più le condizioni per continuare. La città ha acquistato un abbonamento e solo 7 ticket staccati per l’ultimo impegno casalingo la dicono lunga. A ciò si aggiunge l’assoluta poca considerazione dell’imprenditoria locale (nemmeno 1 € di sponsorizzazione è stato raccolto per questa stagione) e dell’Amministrazione che come è noto affidava il campo e la sua tenuta ad un ente di promozione sportiva pensando, immagino, di offrire un servizio migliore alla città e invece con l’attuale gestione è arrivata la certificazione che il terreno di gioco è impraticabile, come da ormai due anni, ma stavolta è arrivata una decisione ufficiale della massima autorità calcistica a decretarlo, la Lega Nazionale Dilettanti. Pare addirittura che, contro il comprensibile parere dell’attuale gestore, la stessa Amministrazione abbia autorizzato un evento calcistico scolastico durante la risemina del campo; un’assurdità che renderà quasi inefficace l’intervento manutentivo in corso (Finalmente!) e che la dice lunga sull’infelicità delle scelte adottate per lo sport cittadino.
Lascio e invito chiunque a farsi avanti per rilevare il titolo, auspicandomi che magari la cordata di imprenditori di cui si era parlato in estate possa davvero concretizzarsi e succedermi. Sarebbe la soluzione più augurabile per me in quanto vedrebbe il calcio continuare la sua esperienza in città e per tale motivo mi vedrà estremamente disponibile ad agevolare e velocizzare questo passaggio di mano. Diversamente il titolo sportivo sarà passato ad altre realtà che hanno espresso interesse a portare il calcio nelle proprie città. Senza sponsor, senza supporto istituzionale e senza (eccetto pochi ragazzi dal cuore d’oro) partecipazione popolare – un abbonamento dopo tanti proclami estivi – senza un campo dove poter almeno svolgere gli allenamenti e le gare interne, senza alcun socio, anche io ho preso atto che il calcio ad Aversa non si può fare. Almeno fino a quando permarranno queste condizioni. Faccio un passo indietro fiducioso che in città qualcuno si faccia e avanti. Nel frattempo ed in attesa di un cambio di proprietà la squadra continuerà a giocare dove l’incuria, l’uso continuo (incompatibile con l’erba naturale che dopo un mese dai lavori ora in corso sarà di nuovo impraticabile molto probabilmente) del campo cittadino nonché l’indifferenza (o l’apatia) di questa tanto bella Città ci ha costretto, ovvero fuori dalla città. Per ora a Cardito, domani chissà…”