Osimhen e Mertens, dalla staffetta nel 433 alla possibile presenza contemporanea nel 4231 già in fase di test a Castel di Sangro.
Dopo l’arrivo di Victor Osimhen, colpo da 90 del Napoli di Gattuso, il mercato azzurro al momento sta attraversando una fase di stallo complici non solo le mancate cessioni, ma soprattutto un rallentamento generale delle operazioni dovuto all’emergenza globale da Covid-19. In attesa di scoprire il futuro di elementi come Allan e Milik, la squadra partenopea si è ritrovata a Castel di Sangro per il ritiro pre-campionato ed i riflettori non potevano che essere puntati sul nuovo arrivo nigeriano, il terminale offensivo che avrà il compito di rivitalizzare l’attacco della compagine di vincitrice dell’ultima Coppa Italia.
Già dalle prima partitelle d’allenamento, il mister calabrese sembra intenzionato a varare più soluzioni tattiche in modo tale da coinvolgere tutti i migliori elementi a disposizione; attualmente sono stati alternati due moduli, il 433 ed il 4231, scelta che ha evidenziato la prospettiva di un utilizzo simultaneo sia di Mertens che di Osimhen, i due giocatori che con molta probabilità guideranno il reparto d’attacco del Napoli. Andiamo dunque ad analizzare tutte le alternative che Gattuso potrebbe sperimentare nel corso della prossima stagione.
Scenario più concreto e plausibile: 433 con alternando Mertens ed Osimhen
Malgrado le alchimie tattiche testate in ritiro, il canovaccio sul quale Gattuso farà maggiore affidamento resta il 433 già utilizzato nel corso del primo ciclo sulla panchina del San Paolo. Escludendo aprioristicamente il ritorno di Mertens sull’out offensivo di sinistra (sia per la presenza dell’inamovibile Insigne che per questioni fisiche legate all’età del belga), con la squadra disegnata col 433 i due terminali saranno alternati in una sorta di staffetta già attuata col tandem Mertens-Milik; ai nastri di partenza sarà ancora preferita la classe e l’esperienza del 14, ma con l’andare delle partite e l’ammucchiarsi degli impegni il nuovo 9 napoletano troverà minuti, anche importanti, senza passare dalla consueta “gavetta” al quale in Italia si è soliti costringere gli elementi più giovani.
Per costo e caratteristiche Osimhen sarà fin da subito un perno centrale, probabilmente dividendosi alla pari partite ed utilizzo col compagno di reparto. Difficile anche prevedere un arretramento dell’ex Lille sulla fascia destra, idea paventata da alcuni ma poco percorribile: il Napoli negli ultimi due anni ha spesso mostrato il fianco in fase di finalizzazione, ed allontanare dalla porta l’uomo chiamato proprio per risolvere questa pecca sconfesserebbe senza tema di smentita lo sforzo fatto per rimpolpare un reparto spuntato e da rinnovare.
Scenario attuabile ma da testare: 4231 con Mertens dietro Osimhen
Come detto poc’anzi, in questi giorni Gattuso sta lavorando ad una soluzione alquanto intrigante: il 4231 con Mertens in posizione di trequartista alle spalle di Osimhen unica punta centrale. Malgrado la propensione ultra-offensiva di questo schieramento, con i giusti accorgimenti la formazione all’occorrenza potrebbe anche essere utilizzata: come già mostrato anche nel recente passato, Mertens può giocare dietro la punta in una posizione da trequartista dedito soltanto all’offesa e collocato fra il centrocampo e l’attacco; pur avendo perso l’esplosività dei primi anni di carriera, la tecnica dell’ex PSV si è via via affinata, impreziosita da una visione di gioco che ha trovato il massimo compimento nelle azioni in cui Mertens abbandonava l’area nell’intento di creare occasioni sia per sé che per compagni meglio piazzati.
In considerazione delle qualità di raccordo ed inventiva del primatista di reti azzurro, la presenza in area dell’uomo dallo spiccato fiuto del gol completerebbe al meglio quest’assortimento offensivo, con Osimhen pronto a sfruttare le imbeccate costruitegli dal compagno di reparto. Da non escludere nemmeno la variante con il nigeriano a fare da fulcro “pesante”, pronto ad aprire varchi a suon di sportellate o sponde di corpo forse in questi fondamentali il giovane ex Lille non è ancora affinato al meglio, ma il fisico è dalla sua parte ed anche fra le fila della compagine transalpina non sono poche le azioni iniziate o concluse proprio grazie alle doti fisiche del nazionale africano.
Naturalmente per sorreggere un impianto così offensivo con entrambi gli attaccanti in campo c’è bisogno di un impalcatura di ottima struttura: oltre Mertens, Insigne sulla sinistra e l’eventuale ala destra dovranno garantire una certa copertura in fase di ripiego: in quest’ottica il capitano è già un comprovato maestro, mentre a destra Politano pare decisamente più incline al sacrificio di Lozano, seppur entrambi siano decisamente distanti dal concetto di ala-tornante incarnato da Callejon. Per ovviare a possibili squilibri, i due centrali di centrocampo dovranno giocoforza essere due elementi di rottura e dinamismo: i maggiori indiziati per i compiti da “portatori d’acqua” nell’ipotetico 4231 gattusiano sono senza dubbio Demme e Lobotka, con Elmas pronto a dire la sua valutando Allan oramai fuori dai piani della società. Tale scelta escluderebbe in un colpo solo sia Zielinski che Ruiz, sacrificati d’eccellenza che potrebbero trovare spazio soltanto come rincalzi a partita in corso.
Ultimo e più improbabile scenario: 442 con tandem offensivo ed Insigne arretrato nel ruolo di esterno
Sebbene un suo utilizzo sia altamente improbabile per non dire impossibile, il 442 rappresenterebbe un’aggiuntiva arma all’arco di Gattuso. Già testato con alterne fortune da Ancelotti, il 442 consentirebbe al duo offensivo azzurro di giocare in coppia in area, con il belga pronto ad agire attorno ad Osimhen come capitato, purtroppo di rado, prima con Milik e successivamente con Llorente. Quest’ultima opzione, in teoria particolarmente gradita ai centravanti, scontenterebbe Insigne, costretto a ritornare sull’odiata fascia di centrocampo di sinistra, ed obbligherebbe Gattuso ad arretrare il raggio d’azione di Lozano o Politano. Nel mezzo andrebbero poi ad alternarsi tutte le 5 pedine dello scacchiere del tecnico ex Milan, ma i risultati sbilenchi ottenuti con Ancelotti certamente non rendono fattibile il ritorno di questo modulo nemmeno in casi d’emergenza.
In conclusione, il 433 resta senza ombra di dubbio lo schieramento preferito di Gattuso che a conti fatti già sta studiando la giusta alternanza fra Mertens ed Osimhen; ad ogni modo, un approccio più spavaldo non è da scartare anche a costo di rinunciare per qualche partita agli strappi di Zielinski o alla manovra cerebrale di Ruiz.