Napoli, Simeone: “Sentivo di dover venire qui. Tutti parlano di Maradona: ecco cosa mi dicono”
Giovanni Simeone,
attaccante del Napoli, si è raccontato in un’intervista rilasciata a La Nacion. Queste le sue dichiarazioni:
“Sentivo di dover venire qui. C’era qualcosa dentro di me che mi diceva che il mio posto era al Napoli, che dovevo venire qui. Non riesco a spiegarlo meglio. Ascolto sempre quelle voci interiori ed era come una chiamata interiore questa. Il destino mi ha detto che dovevo venire al Napoli. A un certo punto la trattativa si era bloccata. Non mi sono mai smosso, avevo un solo desiderio: venire qui. Non sono mai stato così bene come qui, a Napoli, perché i napoletani sono come un mix tra italiani e argentini, proprio come me. Chi mi racconta degli anni di Maradona? Sì, Tommy, un personaggio! È sempre lì a offrirti un caffè. Mi ha promesso che una sera a cena mi racconterà tanti aneddoti di quello che ha vissuto con Diego.
È stupendo, tutti ti parlano di Diego qui. Ti dicono che hanno vissuto qualcosa con Diego. E te lo raccontano con passione, come se fosse successo ieri. Non è qui fisicamente, ma Diego c’è. I tifosi lo ricordano sempre, tutti i giorni. La gente qui ha un cuore grande, ti dà tutto. E Diego ha dato loro luce, speranza, li ha convinti di poter combattere contro il potente nord. È così che ti dicono ogni giorno. Ha lasciato un segno per sempre. Papà? Non mi ha raccontato storie o aneddoti in particolare. Mi ha sempre detto che Diego era una persona che gonfiava il petto per tutti, che andava sempre a difesa dei compagni. E per questo era una persona nobile. Quando sono arrivato a Napoli, papà mi ha mandato un messaggio in cui mi diceva che in Argentina tutti i ragazzi del suo tempo erano cresciuti con il Napoli di Maradona e che tutti sognavano di poter un giorno giocare nello stadio dove ha giocato a Maradona.
È molto motivante per me essere in una squadra che punta così in alto. Già il fatto di giocare ogni tre giorni è fantastico, non c’è niente di più bello. Penso a migliorarmi continuamente, uscendo dalla zona di comfort. Per migliorare te stesso devi uscire dalla zona di comfort e io mi sentivo pronto per il salto in una grande. Ho giocato e lottato per molti anni in Serie A per ottenere questa chance. E’ giunto il momento di confrontarsi e vivere con grandi, ottimi giocatori. Mi sento pronto. In quel momento non pensavo a niente, mi lasciavo trasportare dalla magia del presente. Avevo sognato quel momento tante volte, quindi un po’ vissuto dentro di me e adesso stava accadendo, così ho lasciato che tutto scorresse… Per quanto l’ho desiderato mi è sembrato che l’avessi già vissuto, quindi in un certo senso erano solo gli altri a vedere quello che io avevo già vissuto dentro di me”.