Giovanni Simeone, attaccante del Napoli, ha parlato ai microfoni di Radio CRC: “Napoli rigenerato? Non sono sicuro che sia il termine corretto, forse lo si dice in giro: partire bene con un allenatore molto competente e con molta esperienza ci ha dato grande energia e fiducia. Abbiamo trovato nuovi giocatori che ci stanno dando un grande aiuto. Partire con il piede giusto è stata la chiave del momento che stiamo vivendo. Il lavoro con Conte? L’aspetto più importante del motto ‘Amma fatica’ è entrare nella mentalità del mister: devi davvero impegnarti duramente ogni giorno per fare ciò che ti chiede. Una volta entrato nella sua mentalità, il corpo si adatta rapidamente al lavoro che vuole fare. All’inizio, però, è stato difficile, soprattutto durante i ritiri. Il mister vuole sempre adattare lo stile di gioco alle qualità dei giocatori: ognuno ha caratteristiche diverse, quindi la squadra è forte perché non segue una sola strategia, ma ne ha molteplici. Questo crea difficoltà agli avversari e ci dà la forza per trovare nuove soluzioni in base al mister e all’avversario. Questa cosa è interessante, per noi calciatori è stimolante cambiare perché possiamo sfruttare tutte le idee del mister. Lukaku? Romelu mi ha impressionato molto, come calciatore lo conosciamo da anni, ma come persona è un compagno di squadra intelligente, sempre pronto ad aiutare gli altri. Questo lo rende un leader oltre che un grande giocatore. Posso dire che anche Neres, McTominay e Gilmour sono arrivati con la determinazione di voler aiutare i compagni.
La gestione delle partite? Il mister ha una mente completamente concentrata sul Napoli, mi ricorda molto papà Diego per la sua passione per il calcio e la visione di gioco: vede tutto, intuisce e questo deriva dall’esperienza e dalla visione di tante ore di calcio. Così capisci quando attaccare e quando difendere, sono le qualità di un allenatore di alto livello. Scudetto? Il gruppo ha qualcosa di molto importante, ovvero lo spirito di squadra. In questo modo si può arrivare lontano. Tutti devono sentirsi coinvolti, poi dove arriveremo dipenderà dalle partite che disputeremo”.