Napoli, così no: nella serata più importante tradiscono tutti

Napoli, così no: nella serata più importante tradiscono tutti

Si è conclusa nel peggiore dei modi la stagione del Napoli. La mancata qualificazione alla prossima Champions League è un dramma sportivo che, inevitabilmente, peserà sui piani futuri del club. Senza le entrate della massima competizione europea, infatti, Aurelio De Laurentiis dovrà fare i conti con i 105 milioni lordi di monte ingaggi, con le perdite causate dal Covid-19 e con un tesoretto ridotto da poter investire sul mercato. Per tale fallimento non esistono giustificazioni, ma soltanto responsabilità di ogni singolo esponente della SSC Napoli.

La società, indubbiamente, ha il merito di aver allestito una squadra competitiva e probabilmente inferiore soltanto a Inter e Juventus. La gestione dei momenti difficili, però, non è stata da grande club. Se a Torino Andrea Pirlo è stato sempre difeso dagli attacchi della stampa e dei tifosi, a Napoli è mancato proprio il sostegno all’allenatore. Per quattro mesi è stata portata avanti la politica del silenzio stampa. Scelta che, alla fine dei giochi, ha prodotto più malumore che altro. Nonostante queste pecche, il Napoli ieri ha avuto il futuro nelle proprie mani e lo ha gettato malamente. Qui entrano in gioco gli altri colpevoli: Gattuso e i calciatori.

Il tecnico calabrese, nonostante la mancanza di supporto da parte della società, non è esente da colpe. A più riprese ha dimostrato di essere ancora acerbo nel gestire determinate situazioni. Il match di ieri ne è una prova. Tralasciando le scelte dell’undici iniziale, come capitato in altre circostanze, è mancata la lettura della partita. Il Napoli sin da subito ha palesato difficoltà nello sviluppare una manovra fluida. Nonostante la rete arrivata anche con un pizzico di fortuna, invece di dare qualità al centrocampo con l’inserimento di Demme, Gattuso ha optato per Politano al posto di Lozano.

I risultati negativi degli altri campi, il pareggio di Faraoni, poi, hanno prodotto ancora più nervosismo ed ansia tra i calciatori azzurri. A un quarto d’ora dalla fine del match, è arrivato l’errore più evidente da parte del tecnico ex Milan: Petagna per Bakayoko, cinque attaccanti e il solo Fabian a sorreggere il centrocampo. Mossa che, ovviamente, ha ingolfato l’attacco e ha consegnato definitivamente la mediana in mano agli scaligeri.

Colpevoli di tale fallimento sono anche i calciatori. I brutti ricordi dello scudetto perso a Firenze sembravano essere svaniti settimana scorsa grazie allo 0-2 del ‘Franchi’. In realtà, anche questa volta, Insigne e compagni sono venuti meno mentalmente dimostrando di essere immaturi nel gestire tali situazioni. Meret, Manolas e Rrahmani sono gli unici che non sono venuti meno, il resto invece ha tradito le aspettative e ha condannato il Napoli a un suicidio calcistico. Ora tocca costruire una rosa competitiva senza le entrate della Champions. Non sarà facile dopo due stagioni fallimentari, serviranno idee nuove e vincenti.

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