Antonio Conte, allenatore del Napoli, ha presentato in conferenza stampa la sfida contro l’Empoli: “Se il problema fosse davvero nei secondi tempi, non avremmo portato a casa punti contro squadre come Juventus, Inter o Atalanta. I dati dicono altro: le partite durano 90 minuti più recupero, ed è normale che in certe occasioni avremmo potuto gestire meglio il vantaggio. A volte domini nel primo tempo, poi nella ripresa cambia tutto, l’avversario ci mette più intensità per rimontare, e può capitare che subentri un po’ di timore, la tendenza a voler conservare il risultato. È una dinamica che non riguarda solo noi, ma molte squadre.
Dobbiamo lavorarci su: cerco di far capire ai ragazzi che anche quando sei in vantaggio, devi proseguire con il piano iniziale. Non basta amministrare, serve continuare a pressare, tenere palla e cercare altri gol. Poi tra il dire e il fare c’è sempre un divario, ma fa parte della crescita. All’inizio sognavo 38 vittorie, ma è irrealistico. Solo essere imbattuti è già straordinario, una cosa riuscita a pochissimi. Non si può vincerle tutte, ci sta il pareggio o anche la sconfitta, l’importante è la costanza. E quest’anno siamo stati costanti: a volte abbiamo messo insieme serie di vittorie, altre volte ci sono stati più pareggi, ma siamo sempre rimasti lì, in alto. Questo dimostra che stiamo facendo un ottimo percorso.
Ora ci aspettano 7 partite, tutte contro squadre che lottano per obiettivi importanti. L’Empoli, ad esempio, si gioca la salvezza e verrà con grande determinazione. La seconda parte del campionato è sempre più complicata: all’andata c’è più apertura, nel ritorno le gare si fanno più tattiche, anche un punto può significare la salvezza. Quindi si gioca in modo diverso, con maggiore attenzione.
La “guerra di pressione” con l’Inter è stimolante: siamo gli unici che stanno provando a tenerle testa, a fare qualcosa di straordinario. Questo significa che stiamo facendo bene. Ci viene chiesto di andare oltre i nostri limiti per stare al passo di una squadra costruita per vincere tutto, anche in Europa. Ma è una bella responsabilità, un entusiasmo che coinvolge tifosi e squadra. Il sogno scudetto dà energia e lo stadio domani ne sarà la prova. Questa pressione ce la siamo guadagnata, e dobbiamo viverla con orgoglio: stiamo lottando per qualcosa di grande.
Per quanto riguarda gli infortuni, come dissi tempo fa, siamo stati bravi e anche fortunati a non averne molti. Ma è normale che arrivino anche le squalifiche, fa parte della stagione. È la prima volta che ne abbiamo qualcuna (oltre alla mia), ma ci sta. Finora non abbiamo dovuto gestire troppe emergenze, ma ora che ci sono, andremo avanti senza scuse, affrontandole con determinazione, sapendo che la stagione perfetta non esiste. Bisogna essere bravi anche in queste situazioni.
Su Neres: prima dell’infortunio era un giocatore fondamentale per noi, e lo resta. È normale che dopo uno stop lungo per un infortunio muscolare serva tempo per ritrovare la forma e il ritmo. È un ragazzo serio, si allena con impegno e può darci tanto. È uno di quei giocatori che con una giocata ti crea un’occasione dal nulla. A Bologna ha faticato, mentre col Milan aveva fatto benissimo, ma anche quando non brilla, dà sempre tutto e per me questo conta tanto.
Spinazzola è tornato ad allenarsi con noi due giorni fa dopo aver subito un colpo in amichevole durante la sosta. Ora sta meglio, e se se la sente, può essere un’opzione. È sicuramente una buona notizia. Buongiorno ha un infortunio che non sembra troppo grave, forse una o due settimane fuori. Ma Jesus ha sempre risposto presente, anche a Bologna, e mi fido di chi c’è. Anche Mazzocchi domani può partire titolare. Sono tranquillo, perché so che i ragazzi danno tutto, anche quando sbagliano. Se si dà il massimo, l’errore non è un problema.
Infine, McTominay sta bene. Ci auguriamo torni presto al gol: ha avuto diverse occasioni ultimamente, e sappiamo quanto siano importanti anche le sue reti per noi”.