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Alla vigilia di Venezia-Napoli, il tecnico dei partenopei, Antonio Conte, ha presentato la sfida in conferenza stampa.

Degli indisponibili, chi sarà convocato?
“Mazzocchi e Anguissa saranno a disposizione, mentre per rivedere Neres dovremo attendere la sosta.”

Il Venezia ha bloccato sul pari Lazio e Atalanta, ottenendo 7 punti su 19 contro le prime 10. Quali sono le difficoltà della gara?
“Ogni partita nasconde delle insidie, basta pensare anche a Inter-Monza per rendersene conto. Nulla è scontato, affrontiamo una squadra in buona forma, che lotterà fino all’ultimo per la salvezza. Servirà una prestazione di alto livello, ed è proprio quello che mi aspetto”.

Questa giornata può essere decisiva per lo Scudetto? È una sfida Scudetto?
“Credo di avervi ormai abituato a concentrarmi solo sulla partita imminente, parlando della nostra squadra. Tutto ciò che abbiamo costruito è frutto del nostro percorso, senza distrazioni o influenze esterne, e continueremo su questa strada”.

Quanto sta giovando Lukaku della presenza di Raspadori al suo fianco?
“Avere un compagno vicino può alleggerire il lavoro della prima punta, ma Romelu ha già disputato due buone gare, così come tutta la squadra. Tuttavia, mi aspetto ancora di più da lui, già a partire dalla prossima partita. Deve consolidare quanto di buono ha fatto finora, ma anche cercare di migliorare, come del resto vale per tutti, non solo per lui”.

Nelle ultime dieci partite sarà più determinante la strategia, la qualità tecnica o la forza mentale?

“Aver lavorato con questi ragazzi per tutta la settimana ci ha dato sicuramente un grande vantaggio quest’anno, altrimenti sarebbe stato complicato sotto ogni aspetto. Questo ci ha permesso di affrontare anche le difficoltà con lucidità, riuscendo sempre a trovare una soluzione. Ora restano dieci partite e ci arriviamo con una solida preparazione tattica: ogni aspetto sarà fondamentale. Io però non penso alle dieci gare rimanenti, ma alla prossima, che per noi deve essere come una finale mondiale. Contro il Venezia dovremo dimostrare di essere superiori, più determinati e più affamati di loro, consapevoli che tenteranno di metterci in difficoltà. Ho analizzato chi ha giocato lì e le insidie incontrate da squadre come Inter, Roma e Lazio, che ha strappato solo un pareggio. Non sarà una sfida semplice, mi aspetto un confronto intenso. Dobbiamo dimostrare maturità e confermare di essere completamente concentrati sull’obiettivo”.

Sulla prima pagina di Tuttosport spicca un sondaggio riguardante il favorito per la panchina della Juventus, ma attualmente non è disponibile. I tifosi napoletani sono perplessi, cosa ne pensa?
“Non devo giustificarmi con nessuno, queste sono semplici dinamiche mediatiche, fanno parte dello spettacolo in Italia. Qualunque dichiarazione può dare adito a nuove speculazioni… sono meccanismi della comunicazione, li accetto e non ho nulla da aggiungere”.

È più complicato preparare una sfida contro l’Inter capolista o contro una squadra in lotta per la salvezza? Quanto ha inciso il recente terremoto sui ragazzi?
“Quando si entra nell’ultimo terzo di campionato, ogni partita diventa più complessa. Gli obiettivi iniziano a delinearsi, la pressione aumenta, lo stress cresce. Non fa differenza affrontare una squadra che punta al titolo o una che lotta per non retrocedere: tutto dipende dal nostro atteggiamento. Ripeto sempre lo stesso concetto e non mi stancherò mai di farlo: le gare si possono anche perdere, ma solo se l’avversario dimostra di essere superiore tatticamente e tecnicamente. Non possiamo mai essere inferiori per determinazione e voglia di vincere. Mai secondi a nessuno. Per quanto riguarda il sisma… ci sono sempre queste scosse. Io, personalmente, non ho avvertito nulla. Mia moglie mi ha chiamato nella notte, ma spero siano solo normali fenomeni di assestamento, come è già successo in passato”.

Ora ha molte alternative dalla panchina. Quanto la soddisfa e quanto influirà sulle prossime partite?
“È stato essenziale mantenere vivo l’intero gruppo. Considerata l’ampiezza della rosa e le varie situazioni che si sono presentate, era necessario. Come succede in ogni stagione, alcuni infortunati sono stati rimpiazzati nel migliore dei modi, e il merito va ai giocatori che non hanno mai mollato e si sono fatti trovare pronti. Da ex calciatore, so bene quanto possa essere difficile quando si gioca poco: stare in panchina, guardare gli altri in campo, può minare la fiducia e la motivazione. Per questo, va dato merito ai ragazzi e allo staff che ha lavorato nel modo giusto. Non è semplice gestire chi gioca meno e mantenerlo mentalmente pronto. Ora questi giocatori stanno diventando protagonisti, ed è questa la legge del calcio: oggi tocca a te, ma se non sei all’altezza, qualcun altro sfrutta l’occasione e prende il tuo posto”.