Antonio Conte, allenatore del Napoli, ha presentato in conferenza stampa il match contro l’Atalanta: “L’Atalanta è una squadra molto forte, capace di conquistare l’Europa League battendo il Bayer Leverkusen, una squadra reduce da un lungo periodo di imbattibilità. È in Champions League da diversi anni ormai e va sicuramente considerata tra le squadre di alto livello. Grande merito va al club e a Gasperini, che ha svolto un lavoro straordinario. Ho molta stima per Gian Piero, che è stato anche mio allenatore: ai tempi della Juve lui guidava la Primavera e quando mi infortunavo chiedevo di giocare con i suoi ragazzi. Lo rispetto profondamente, con il duro lavoro ha raggiunto grandi risultati. Non si vince l’Europa League se non si è una squadra forte. Sull’aspetto mentale dico che se prendiamo questa partita alla leggera, rischiamo grosso… e magari sarà l’Atalanta stessa a sottovalutare l’incontro, visto quanto accaduto l’anno scorso. Noi non siamo impegnati nelle coppe, mentre loro stanno facendo molto bene in Champions e sono una squadra costruita per competere a quel livello. Come vi dico spesso, chi non gioca le coppe potrebbe avere un piccolo vantaggio per gli allenamenti, anche se siamo alla terza partita in una settimana. Tuttavia, c’è una certa distanza rispetto alle squadre strutturate per la Champions.
Lobotka? Sarà pronto per la prossima partita, siamo quasi al termine del suo recupero. Non si trattava di un problemino, quindi occorre pazienza, ma presto tornerà disponibile. Riguardo a Gilmour, non avevo dubbi. È un giocatore che meritava di giocare e lo dimostra in campo, anche se Lobo faceva prestazioni eccellenti. Conoscevo il valore di Billy e sono felice di averlo, perché è giovane e può rimanere a lungo nel Napoli. Dico sempre che siamo in ‘lavori in corso’: non è possibile trasmettere tutto in soli quattro mesi. Ho trovato un gruppo disponibile, con voglia di migliorarsi e questo è grazie ai ragazzi. La disponibilità è essenziale sia tatticamente, che fisicamente e mentalmente. Ma ribadisco, in una fase di costruzione serve tempo per crescere e raggiungere certi livelli. Non si possono fare salti nel percorso, altrimenti cadrebbe tutta la teoria del lavoro. Dobbiamo restare concentrati e continuare a lavorare. Siamo in un momento positivo, ma arriveranno anche momenti più complessi e non dovremo deviare dal nostro cammino. Miglior difesa? Durante la presentazione avevo parlato dei 48 gol subiti, sottolineando che la responsabilità non poteva ricadere solo sui difensori. Allo stesso modo, oggi non si deve dare merito esclusivo ai difensori, ma alla fase difensiva complessiva. Ogni membro della squadra contribuisce in entrambe le fasi: ad esempio, nel gol contro il Milan, la pressione alta ci ha permesso di recuperare palla con McTominay che ha poi servito un difensore centrale, da lì la palla è passata a un centrocampista e poi con un passaggio in verticale all’attaccante, toccando tutti e tre i settori del campo. Anche nella fase difensiva lavoriamo come un gruppo unito, non solo i quattro difensori e il portiere. La squadra ha ritrovato determinazione e spirito di collaborazione, comprendendo quanto sia importante restare compatti sia in fase difensiva che offensiva. È importante ribadire che il merito va all’intero gruppo, senza dare credito solo a singoli o reparti specifici. Siamo soddisfatti e sappiamo che l’Atalanta, con il miglior attacco, rappresenterà un test impegnativo dal punto di vista difensivo. Cercheremo di essere pronti e ben organizzati, pur sapendo che non sarà semplice. L’obiettivo primario sarà segnare e poi evitare di subire gol: solo così possiamo puntare ai tre punti.
Stiamo preparando la partita e contro di loro è necessario essere estremamente pronti. Oggi sono stato piuttosto insistente con i giocatori per far comprendere alcune situazioni specifiche. Non basta giocare la partita, bisogna prepararla, mostrando cosa potrebbe accadere in campo. Dire semplicemente “questo è il nostro stile di gioco” può andar bene, ma è fondamentale che i giocatori siano consapevoli di ciò che li attende, perché la preparazione anticipata permette di riconoscere o creare alcune situazioni in gioco. Certo, la qualità individuale può cambiare certi scenari, ma quando si affrontano squadre fisicamente intense, che esercitano una pressione costante in ogni zona del campo, queste partite vanno pianificate nel dettaglio. Voglio chiarire un concetto: il Napoli vince e il Napoli perde, punto. Non si tratta di dire “Conte vince” o “Conte perde”. Comprendo certe dinamiche, ma sono rimasto un po’ sorpreso e perplesso dopo Inter-Juventus, vedendo un titolo che suggeriva che io stessi provando soddisfazione per il risultato. Capisco il contesto e mi è stato spiegato il motivo, ma per me il concetto resta uno solo: vinciamo e perdiamo insieme. Attribuire i meriti a una singola persona è, a mio avviso, sbagliato. Mi irrita e chi mi conosce lo sa bene. Spero che in futuro non si creino distinzioni di questo tipo. Siamo un gruppo unico: facciamo bene o facciamo male tutti insieme. Non mi prendo meriti personali. Chiedo all’ambiente napoletano di essere unito e compatto, di dividere meriti tra tutti. Ma poi, meriti di cosa? Siamo solo alla decima giornata. Stiamo facendo bene e servono tutte le componenti. Questa cosa la penso da un po’ e mi dà fastidio perchè non voglio: esiste il noi”.