Ambrosino

A suon di gol e ottime prestazioni, Giuseppe Ambrosino si sta distinguendo nel Napoli Primavera. L’attaccante 2003, durante un’intervista rilasciata a Il Mattino, ha parlato dei sacrifici fatti e delle ambizioni in maglia azzurra:

“Sogno di diventare una bandiera del Napoli. Ho fatto per sei anni il pendolare, tutti i giorni in traghetto da Procida a Napoli per allenarmi con le giovanili del Napoli. Partivo con la nave delle 15 e tornavo a casa verso le 23. Mi accompagnava mio padre o mia madre Tania. Mangiavo e studiavo durante la navigazione. Poi, quattro anni fa sono entrato nella foresteria della società. Non ho mai messo in secondo piano lo studio: sono iscritto al quinto anno di ragioneria”.

Perché un bambino nel Terzo millennio si è sottoposto a sacrifici che riportano a storie del passato?

“L’ho fatto per passione. L’amore per il calcio e per il Napoli. Sarebbe fantastico ripercorrere la strada di Lorenzo Insigne, che è diventato il capitano della squadra del cuore. E ora sono orgoglioso di indossare la maglia della Nazionale. L’Under 19 è un gruppo fantastico, lotteremo per conquistare l’obiettivo dell’Europeo”.

“C’era la possibilità di trasferirmi all’estero, se ne parlò a dicembre. Neanche so bene quali club erano interessati a me, comunque non ho avuto dubbi: io sono napoletano e voglio realizzare i miei sogni in questa squadra. Poche settimane dopo, il Napoli mi ha fatto firmare il contratto”.

Ha conosciuto anche Spalletti.

“Sì. Ho fatto parte della comitiva che andò a giocare la partita contro lo Spartak a Mosca. C’è un bel clima nel Napoli, i giovani sono accolti con affetto”.

Assenti Osimhen per squalifica e Petagna per infortunio, spera di essere convocato per la partita di Bergamo?

“Un calciatore deve pensare a lavorare, poi tocca all’allenatore decidere. È una regola chiara da sempre. So che la mia strada è fatta di altri anni sacrifici: li affronterò”.

Il suo idolo chi è?

“Ibrahimovic. Chiaramente non credo di essere sul suo livello…Da sempre sono attirato dalla sua personalità. Della forza del campione e dei suoi gol, poi, sappiamo tutto”.

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