Napoli

Per il quarto anno consecutivo, il Napoli esce di scena dalla Coppa Italia agli ottavi di finale. Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca non solo per il risultato, ma soprattutto per le scelte tecniche di Antonio Conte, che ha optato per un turnover massiccio, schierando una formazione completamente diversa rispetto a quella che abitualmente calca i campi di Serie A. Un undici inedito, con diversi esperimenti che non hanno convinto, ha spianato la strada all’eliminazione.

In difesa, le scelte di Conte si sono rivelate azzardate e inadeguate per il contesto della gara. Zerbin, adattato nel ruolo di terzino destro, ha sofferto terribilmente contro uno Zaccagni in grande spolvero. Nonostante l’impegno e la buona volontà, l’ex Frosinone e Monza non è riuscito a garantire una prestazione sufficiente. Rafa Marin, al momento ancora acerbo per competere ad alti livelli, ha pagato l’inesperienza e la mancanza di un partner difensivo affidabile. Juan Jesus, confermando il trend negativo dell’ultimo anno e mezzo, non ha fornito il supporto necessario al giovane spagnolo, che potrebbe presto fare ritorno al Real Madrid. Un discorso a parte merita Spinazzola: sebbene la sua presenza fosse sulla carta la scelta più logica, la sua prestazione ha confermato che nel ruolo di terzino fatica a convincere appieno.

Il turnover non ha risparmiato nemmeno il centrocampo, dove Giacomo Raspadori è stato schierato in un insolito ruolo da mezzala alla McTominay. L’esperimento non ha dato i risultati sperati: l’ex Sassuolo è apparso spaesato, svagato e troppo impreciso per poter ambire a un ruolo diverso da quello di riserva nella rosa partenopea. Nonostante la richiesta di maggiore spazio da parte del giocatore, le sue prestazioni attuali non giustificano una fiducia superiore. Non è da escludere che, di fronte a un’offerta interessante, il Napoli possa valutare un’uscita anticipata di Raspadori. In una serata complessivamente negativa, le uniche note positive sono arrivate dalle prestazioni di Giovanni Simeone e David Neres. Entrambi si sono confermati all’altezza degli undici titolari. La strategia di turnover totale adottata da Antonio Conte si è rivelata un boomerang. Con un approccio più equilibrato, magari inserendo tre o quattro titolari abituali accanto a chi gioca meno, il Napoli avrebbe potuto affrontare con maggiore convinzione la sfida dell’Olimpico. Una formazione più competitiva avrebbe anche permesso ai giocatori meno utilizzati di esprimersi in un contesto più solido, senza essere sovraesposti alle difficoltà di una partita tanto delicata.