Koulibaly: “Napoli è magica, siamo un gruppo unito. Insigne è fortissimo, Osimhen è umile. Sul razzismo…”

Koulibaly: “Napoli è magica, siamo un gruppo unito. Insigne è fortissimo, Osimhen è umile. Sul razzismo…”

È uno dei pilasti del Napoli e delle idee tattiche di Luciano Spalletti. Kalidou Koulibaly, centrale senegalese e partenopeo d’adozione, si è raccontato ai microfoni di Dazn: “Napoli è resa magica dalla gente, ci sono posti bellissimi, quando mi alzo ho la fortuna di vedere il lungomare, Capri, il Vesuvio. In città vedi l’affetto dei tifosi e l’importanza del club per questi tifosi. Loro sognano sempre e te ne accorgi subito. Mi hanno sempre detto che quando arrivi qui piangi due volte: quando arrivi e quando parti”.

Koulibaly ha proseguito: “È un gruppo sano e unito, con le famiglie, usciamo spesso a cena insieme. Ghoulam? Abbiamo fatto insieme alcune iniziative per gli ospedali e per le scuole di Scampia. Per me è un fratello. Jorginho? È un grande. Insigne? È la storia del Napoli, è fortissimo. Gli voglio bene, è un grande uomo e una grandissima persona. Siamo spesso a telefono quando siamo in Nazionale. Spalletti? Ci ha dato tanto sulla mentalità. Ha sempre stimato questo gioco e questa squadra. Osimhen? Il suo primo anno è stato molto difficile, ha ancora tanto da dimostrare. È un ragazzo gentilissimo, umile, che fa pure ridere e fa tanti scherzi, soprattutto con Manolas. Maradona? Lui è una leggenda, non tutti possono avere questo privilegio, ho avuto la fortuna di vederlo”.

Sull’infanzia: “Nel 2002 quando c’era Francia-Senegal ho visto la partita a scuola, noi cantavamo sia per una squadra che per l’altra. Poi alla vittoria del Senegal eravamo felici e in strada si ballava. Scelta del Senegal? Ci ho pensato quasi un anno, ma con l’aiuto della famiglia è stato naturale”.

Sul razzismo: “All’inizio pensi di essere tu a sbagliare, ma poi la città ti ricorda che sei la persona giusta. Questo problema si può ancora combattere, già negli anni passati siamo andati avanti. Irrati? Lo stimo molto, mi ha dato una nuova visione di arbitri, con grande calma mi disse che avrebbe fermato la partita. Ero sorpreso e ancora oggi lo ringrazio perché mi ha dato la forza di iniziare a lottare davvero contro questa discriminazione”.

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