Guido Pagliuca
, allenatore della Juve Stabia, è intervenuto in conferenza stampa in vista della sfida contro l’Avellino: “Rastelli ha definito la Juve Stabia ‘bella squadretta’? Penso che, alcune volte, spostando le virgole alle parole si prende un altro senso. Io sono molto contento dei ragazzi che ho a disposizione, di come il direttore ha costruito la squadra e della quotidianità che il nostro direttore, la nostra società portano a questa squadra. Sono consapevole che l’Avellino sia una squadra importante, costruita molto bene da un direttore bravo e allenata altrettanto bene. Quindi pensiamo alla partita di domani, penso sia l’aspetto dominante per tutti. Cosa mi aspetto domani e cosa ho chiesto ai ragazzi? Niente di diverso da quello che hanno fatto domenica, da quello fatto nelle amichevoli e che fanno quotidianamente negli allenamenti. Perché, solitamente, una squadra per come si allena cerca di giocare. Quando abbiamo la palla ci dobbiamo divertire, stando attenti all’equilibrio e alle posizioni sul campo. Una cosa che deve essere diversa da domenica è il morso, che deve essere ancora più marcato. Pressioni sull’Avellino? Ogni squadra è costruita per determinate pressioni. L’Avellino ha giocatori che sono pronti a reggere la pressione. D’altro canto penso che fra noi e loro ci sia una differenza di budget altissima. È normale che sia così, tutti hanno le proprie pressioni, ma questo non vuol dire che una squadra che ha pressioni deve fare un calcio diverso dall’altro. Ogni squadra ha le proprie pressioni, ogni squadra ha la propria identità e sono convinto che la partita di domani sarà una importante per noi, non soltanto per la classifica, ma anche per il nostro spogliatoio perché si alimenta e cresce anche dai risultati che portano entusiasmo e autostima. È importantissimo anche per la nostra gente, meritano una squadra che lotta.
Siamo concentrati su noi stessi. Sono convinto che se i ragazzi daranno il massimo, verremo fortemente spinti dal nostro pubblico che ha bisogno di vedere una squadra che gioca a calcio, una squadra che lotta. Per giocare a calcio dobbiamo giocare anche con con quella spensieratezza, con quel piacere di ricevere il pallone che sia davanti a uno o davanti ai 10.000 persone. Questo deve essere un’identità per noi. È normale che quando la palla è in possesso degli avversari, dobbiamo essere riconosciuti come animali da competizione, come gente che va a strapparla, che ha l’atteggiamento di una squadra cazzuta. Tutto questo senza perdere di vista quello che è l’importanza del risultato, altrimenti ci trasciniamo dietro cose che alla fine contano meno di quelli che sono i tre punti.
La piazza sento che ha bisogno di vedere lottare per la maglia e spero che noi sul campo si risponda a questo. Cercheremo di fare in modo che i nostri tifosi siano orgogliosi di noi indipendentemente da quello che è il risultato finale. L’unione delle parti secondo me è un valore aggiunto proprio ai fini di quello che sarà il risultato finale, non solo della partita. Come sta la squadra? Abbiamo solo un dubbio su un calciatore che ha avuto un piccolo problema fisico, se non dovesse farcela giocherà qualcun altro. Può darsi che ci sia qualche cambiamento dagli 11 di domenica, anche in virtù di una settimana dove abbiamo spinto”.