Il pagellone del Napoli campione d’Italia: Osimhen e Spalletti da lode

Il pagellone del Napoli campione d’Italia: Osimhen e Spalletti da lode

Il campionato di Serie A 2022/2023 si è ufficialmente chiuso. Il Napoli, che ha conquistato lo Scudetto dopo 33 anni, ha letteralmente dominato, spazzato via qualsiasi ipotesi di crollo o di  rimonta, disputando un torneo che si è avvicinato alla perfezione. Luciano Spalletti, anche grazie all’aiuto di società e dirigenza, è stato in grado di dar vita ad una macchina perfetta, nella quale tutti i componenti hanno avuto un ruolo determinante. Di seguito i voti dei singoli protagonisti:

MERET 8,5 – Sui vocabolari, accanto alla parola riscatto, dopo questa annata potrebbe essere tranquillamente inserita una sua immagine. Le critiche per gli errori commessi nel campionato passato, quasi come se fosse stato la causa della mancata vittoria del tricolore, sono apparse eccessive e ingenerose. Troppe anche le voci che si sono rincorse lungo quasi tutta la finestra estiva dello scorso calciomercato, tra le quali la cessione allo Spezia e l’arrivo nel capoluogo campano di portieri come Navas o Kepa. Meret, però, ha tenuto duro e da vero professionista si è ripreso la scena a suon di ottime prestazioni. Tra queste è inevitabile non ricordare la prova offerta al ‘Meazza’ nell’1-2 sul Milan e in particolare quel riflesso che ha strozzato sul nascere l’urlo di Giroud. Il Napoli ha un portiere di grande valore, la vittoria del tricolore da protagonista ripaga il lavoro e i sacrifici dell’estremo difensore friulano.

DI LORENZO 9,5 – Dopo un certo Diego Armando Maradona è il primo capitano a vincere lo scudetto con la maglia azzurra. Qualitativamente si è confermato sui soliti standard, dimostrando ancora una volta di essere tra i migliori in Europa nel suo ruolo. Da quest’anno, tuttavia, si è calato alla perfezione nella veste di capitano. Sempre presente, non solo sul rettangolo verde, anche con un semplice post social è riuscito a trasmettere perfino a chi non vive lo spogliatoio la compattezza del gruppo e le sue doti professionistiche e umane. Non a caso Luciano Spalletti, quando annunciò la scelta fatta, a tal proposito disse: “Di solito si dice che il capitano lo fa il più anziano. Invece no, lo fa quello che ha rapporto con la squadra, la società e la città, quello che gode della stima dei compagni, che ha spessore internazionale e che è un calciatore forte. Lo fa quello che ha un equilibrio caratteriale capace di rapportarsi in maniera corretta con gli arbitri, che ha la stima dell’ambiente calcistico e il rispetto degli avversari e che in fondo piace anche all’allenatore. Diciamo che Di Lorenzo è quello perfetto”.

RRAHMANI 8,5 – Spalletti, che lo scorso campionato lo aveva rispolverato dopo la scellerata gestione di Gennaro Gattuso, è stato adeguatamente ripagato della fiducia. La partenza di Koulibaly sembrava dover rendere il reparto difensivo partenopeo facilmente penetrabile, ma l’ex Hellas Verona con grande caparbietà è riuscito a formare con i compagni di reparto un muro invalicabile. In una stagione da incorniciare bisogna ricordare, oltre le due reti segnate con Juventus e Atalanta e i tanti interventi difensivi, la strepitosa azione palla al piede di Cremona e conclusa con lo sfortunato palo. Progressione che, se si fosse conclusa in maniera diversa, sarebbe entrata di diritto nella top 5 dei gol più belli della Serie A 2022/2023.

KIM 9,5 – Che dire, in sole poche uscite è riuscito a far dimenticare e a sostituire un certo Kalidou Koulibaly. Un paragone tra i due è alquanto fuori luogo, entrambi sono giocatori di livello assoluto, ma una qualità del coreano che ha sorpreso e che è superiore a quella del collega senegalese, è la tenuta mentale. Sempre sul pezzo per tutto l’arco dell’ annata, con picchi di rendimento mostruosi nonostante anche l’impegno nella Coppa del Mondo. I numeri nel calcio non sono tutto, ma riflettono perfettamente ciò che ha rappresentato il muro asiatico nella conquista dello scudetto: 41 i palloni intercettati, 71 quelli rubati, 92 i duelli aerei vinti, 157 i duelli vinti, 55 i tackle e 2548 i passaggi riusciti. Tutte statistiche che collocano Kim tra i primi nella rosa partenopea. Semplicemente mostruoso.

MARIO RUI 8,5 – Annata da maestro, come è simpaticamente soprannominato nell’ambiente partenopeo. La crescita, la continuità di rendimento e la qualità messa sul rettangolo verde è stata incredibile, tanto da essere tra i migliori difensori assist-man d’Europa. Come dimenticare il cross al bacio per Simeone a Milano o quello a Cremona per lo stesso cholito. Difensivamente, nonostante qualche piccolo errore, ha sempre disputato partite di grande intensità e di grande attenzione. Peccato per l’infortunio rimediato nel finale che ha di fatto messo fine anticipatamente a una stagione storica.

ANGUISSA 9 – Rientra nella tipologia di calciatore che ogni allenatore vorrebbe a disposizione. Grazie alla sua forza fisica, ha vinto duelli e strappato una quantità enorme di palloni dai piedi degli avversari. Limitare la sua importanza alla prestanza fisica sarebbe riduttivo, perché il camerunense rientra tra i primi 5 azzurri per passaggi e per tiri effettuati. Anche dalla metà campo in su si è fatto notare, tenendo soprattutto in considerazione le 3 reti e i 5 assist realizzati in campionato.

LOBOTKA 10 – Come Rrahmani, anche Lobotka è stato rivitalizzato da Luciano Spalletti. La sua importanza nello scacchiere tattico azzurro è stata evidente sin dal primo giorno di ritiro a Dimaro, quando il tecnico di Certaldo si inchinò all’entrata in campo dello slovacco. La manovra azzurra è passata soprattutto dai suoi piedi (quasi il 95% di passaggi riusciti) e dalla sua capacità di dettare i tempi. La grandezza dell’ex Celta Vigo non si esaurisce nella abilità di scandire il gioco, ma si arricchisce della sua intelligenza nel leggere le linee di passaggio avversarie, nel saper uscire dal pressing con il pallone incollato al piede e nel non tirarsi indietro quando c’è da lottare fisicamente. Imprescindibile.

ZIELINSKI 8,5 – Con Mario Rui è l’unico reduce della stagione 2017/2018, quella del secondo posto con 91 punti. Meno ficcante in fase realizzativa, anche in questo campionato tra gol e assist ha raggiunto la doppia cifra. Nella gran parte delle partite si è fatto preferire per la sua abilità nel rendere la manovra azzurra imprevedibile, in particolar modo con i suoi repentini cambi di direzione. In estate sembrava essere diretto al West Ham e rientrare nel gruppone delle illustri cessioni, ma è prevalsa la voglia di rimanere fedele alla causa azzurra e lo scudetto è il giusto premio. A tal proposito, la sua esultanza liberatoria all’Allianz Stadium è l’immagine simbolo di questo campionato.

POLITANO 7,5 – L’estate scorsa sembrava dover accasarsi altrove. L’allarme poi è rientrato e con grande professionalità ha accantonato qualsiasi problema e qualsiasi discorso extra campo. In poche occasioni è riuscito ad essere incisivo in fase offensiva, ma come il competitor Lozano si è sacrificato molto in fase di non possesso.

OSIMHEN 10 E LODE – Nelle due precedenti stagioni è stato limitato da infortuni, covid e problematiche varie. Quest’anno Victor, però, ha vestito per davvero i panni dell’eroe mascherato e a suon di gol ha trascinato il Napoli alla vittoria del campionato. Il nigeriano da diamante grezzo è diventato un campione famelico, un attaccante capace di trasformare anche una palla buttata in avanti a caso in possibile azione pericolosa. Le due perle con la Roma, la doppietta alla Juventus, il gol di cattiveria di Reggio Emilia, la rete liberatoria di Udine, sono tanti i frame che Osimhen ha regalato a tutti gli appassionati di questo sport. Escluso Haaland, nessun altro attaccante può competere con il bomber numero 9.

KVARATSKHELIA 10 – Da calciatore sconosciuto a Kvaradona nel giro di pochi minuti giocati. L’impatto del georgiano con il Napoli è stato a dir poco fenomenale. Negli ultimi 20 anni, eccetto Kakà, nessun altro calciatore è riuscito in così poco tempo a far la differenza nel campionato di Serie A. Dribbling, cambi di direzione, traiettorie imparabili per il portiere avversario, in 10 mesi ha emozionato i tifosi azzurri e tutti gli amanti di questo sport. Il gol al Sassuolo e quello all’Atalanta sono tra i più rappresentativi del percorso che ha condotto allo scudetto. Monumentale.

GOLLINI 6 – È arrivato a gennaio in cambio di Sirigu e quando schierato a difesa della porta si è sempre fatto trovare pronto.

OSTIGARD 6 – Non ha avuto molto spazio, anche perché i compagni di reparto sono difficili da scalzare. È stato sicuramente un anno di crescita, il primo in una big.

JESUS 7 – È una garanzia. Quando Rrahmani o Kim sono indisponibili, Spalletti lo lancia e viene ripagato con prestazioni di buon livello.

OLIVERA 7.5 – Non ha bisogno di adattarsi al campionato italiano. Si cala subito in una realtà importante come quella napoletana e nell’alternanza con Mario Rui. Spalletti, eccetto il periodo in cui Mario Rui è stato fuori per infortunio, lo ha preferito soprattutto quando aveva bisogno di maggior fisicità. Non ha il piede di Ghoulam, ma il Napoli aveva dannatamente bisogno di un’alternativa su quella fascia.

NDOMBELE 6,5 – È cresciuto partita dopo partita. L’impatto non è stato dei più felici, ma avere a disposizione un centrocampista con le sue qualità è sempre un bene per qualsiasi allenatore.

ELMAS 8,5 – È stata una delle armi in più di questo Napoli. Schierato come mezz’ala, ala, punta, ha sempre dato il suo contributo alla causa. Spalletti a riguardo disse: “Un giocatore straordinario, in grado di giocare in tanti ruoli diversi e decidere le partite anche entrando a 10′ dalla fine. Qualsiasi cosa riserverà il futuro, resterà la luce dei miei occhi”.

ZERBIN, ZEDADKA, GAETANO, DEMME, BERESZYNSKI 6 – Pochi i minuti racimolati, ma l’impegno e la voglia di sfruttarli al massimo vanno premiati.

RASPADORI 8,5 – Con Osimhen compagno di squadra, sarebbe impossibile per tutti gli attaccanti trovare maggiore spazio. Eppure Raspadori, quando chiamato in causa, è riuscito a mettere il suo timbro in più di un’occasione. I gol contro Spezia e Juventus valgono 6 punti, non pochi per un calciatore che ha totalizzato meno di 1000 minuti.

SIMEONE 8,5 – Il primo argentino a vincere lo scudetto con la maglia del Napoli dopo Maradona. Solo questo varrebbe tanto. Il cholito non si è limitato ad essere la riserva di lusso, in grado di far rifiatare il titolare nei momenti clou della stagione. È andato oltre e ha regalato punti pesanti per la vittoria del campionato: le incornate con Milan e Cremonese e il sinistro contro la Roma.

LOZANO 7,5 – Una stagione altalenante, così come la sua esperienza a Napoli. Prelevato dal PSV per una cifra vicina ai 40 milioni di euro, il messicano fin qui poche volte è risultato trascinante. 3 gol e 3 assist sono un bottino magro, soprattutto in una squadra come quella azzurra che crea tanto. Se dal punto di vista offensivo il campionato non è stato esaltante, c’è da sottolineare l’importanza del chucky in fase di copertura. Più di una volta abbiamo assistito a chiusure provvidenziali e a ripiegamenti apprezzabili.

SPALLETTI 10 E LODE – Il migliore con Osimhen. È stato bravo a costruire un gruppo forte sia sul rettangolo di gioco che fuori. Molto intelligente anche nel gestire l’insidiosa pausa invernale e a tenere a bada l’entusiasmo di una città calda come quella partenopea. Ha riscritto la storia del club e inevitabilmente è entrato nel cuore di tutti i tifosi azzurri. Immortale.

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