Ci sono storie che solo il calcio può raccontare. Aneddoti e curiosità che tagliano quell’etichetta stereotipata “è solo un gioco”. Quanto è successo allo stadio Vigorito e, in particolare, in casa Benevento è qualcosa che va raccontata. E il protagonista è probabilmente il giocatore più atteso. Adolfo Gaich che ieri ha presenziato nell’impianto sannita per seguire i nuovi compagni da spettatore. Perché il centravanti argentino, rientrato venerdì dalla trasferta russa, non è riuscito a strappare la prima convocazione. Tuttavia, il centravanti ha assistito alla sfida e sarà stato piacevolmente colpito dalla prestazione degli uomini di Pippo Inzaghi.
Certo, il risultato non è quello sperato ma i giallorossi hanno disputato una gara all’altezza avendo anche diverse opportunità per raddoppiare. Ma l’episodio più elegante e illustre è accaduto fuori dal rettangolo verde. O meglio, dai novanta minuti della sfida tra la Strega e la Sampdoria. Gaich ci ha tenuto a immortalare la sua presenza al Vigorito, uno scatto con il patron e alle spalle la Curva Sud dove ha giganteggiato lo striscione per l’indimenticato e indimenticabile Carmelo Imbriani. “Ci hai tenuti per mano e ci hai portato lontano. Auguri eterno Capitano”, recita il testo del messaggio dedicato dai tifosi.
Il Sannio ha voluto elogiare, omaggiare e ricordare l’ex calciatore e allenatore. Colui che ha sfoggiato con grande personalità la maglia 7. E proprio attorno a questo numero nasce la singolarità di ieri pomeriggio. Gaich, infatti, ha preso una decisione appena consapevole dell’opportunità: lasciare la casacca 23 come aveva indicato qualche giorno fa per prendere la pesante eredità di Imbriani. Il coraggio della gioventù. Il ventenne, appena insidiatosi in Campania, ha già lanciato un segnale. Voler fare bene con la divisa del Benevento e portare in alto il numero 7. Magari già a partire dalla prossima partita nella complicata trasferta di Bologna.