giugliano fracchiolla

Domenico Fracchiolla, direttore sportivo del Giugliano, questo pomeriggio è intervenuto in conferenza stampa. Di seguito un estratto: “Credo che sia un campionato come sempre competitivo. Parlare di campionato falsato, secondo me, non è del tutto corretto per via dell’esclusione di alcune squadre, perché credo che sia stato un provvedimento doveroso. I problemi, però, nascono a monte, quando sono state allargate le maglie delle licenze nazionali, dando la possibilità a certe squadre di iscriversi. Già l’anno scorso si sapeva dei problemi di Taranto e Turris. E chiaramente vedere realtà virtuose, come la Virtus Francavilla, che non si sono potute iscrivere in Serie C, non essendo state ripescate, mentre altre squadre hanno ottenuto l’iscrizione nonostante le difficoltà, fa riflettere. Penso che molte società spendano più di quanto sia nelle loro possibilità. Noi abbiamo fatto delle cessioni proprio perché la sostenibilità e il progetto sul medio-lungo periodo sono alla base di ogni società. Tuttavia, è chiaro che, in un certo senso, il campionato sia falsato sotto questo aspetto. Nel momento in cui si permette a una squadra come il Taranto di arrivare seconda lo scorso anno, salvo le penalizzazioni, e poi di non riuscire a mantenere gli impegni economici nella stagione successiva, si crea un problema reale. Alla fine, il campionato risulta falsato per questo motivo. Ci sono altre realtà che fanno fatica, mentre noi stiamo cercando di costruire un progetto giusto e sostenibile, per garantire una prospettiva di crescita al club e alla città che rappresentiamo. Credo che il nostro approccio sia corretto, ma alla fine ci troviamo in un campionato che non è uguale per tutti. 

Mercato di gennaio? Stiamo lavorando come squadra, sia in campo che fuori. È chiaro che il risultato domenicale è fondamentale per noi, ecco perché siamo arrabbiati per quello che è accaduto mercoledì. Però il nostro obiettivo è costruire, non distruggere. Ogni intervento, sia per quanto riguarda il calciomercato che per le infrastrutture come lo stadio, è finalizzato alla crescita. È importante che questo messaggio sia chiaro, perché spesso viene travisato. A volte si pensa che il Giugliano possa fare molto di più e arrivare subito a certi livelli, ma ci vuole tempo. In ogni progetto le basi devono essere solide. Nei miei otto mesi qui abbiamo fatto passi in avanti, ma siamo ancora molto indietro rispetto alla mia idea. Credo che si possa fare tutti molto di più, a partire da noi. Abbiamo ancora delle lacune, anche nella capacità di coinvolgere i tifosi e portarli allo stadio. 

Noi tendenzialmente ci lamentiamo poco. Quando lo facciamo, è perché siamo consapevoli di aver ricevuto, tra virgolette, un torto. Però non sono venuto in conferenza stampa dopo la gara, anche perché credo che il mister, nella brevissima conferenza stampa, abbia espresso bene quello che era il nostro stato d’animo. Abbiamo preferito non presentarci, anche per capire cosa avesse  scritto l’arbitro nel referto. Io conosco Marco Caldore, che è un giocatore di personalità, ma è anche un giocatore che, quando dice una cosa, non mente. Quindi, se mi ha detto chiaramente che ciò che l’arbitro ha scritto nel referto non corrisponde a quanto realmente detto, io gli credo. È un ragazzo schietto, con grande personalità, come secondo me dovrebbero essere tanti giocatori nel calcio italiano. Vogliamo gente di personalità, e poi li puniamo oltremodo. Bisogna, secondo me, fare molta chiarezza e soprattutto creare equilibrio. Va bene che siamo stati puniti sul campo: sul 2-0 e in dieci uomini, la partita era chiusa. Però poi, trovarsi anche penalizzati nel referto… Io a fine gara ho detto una cosa semplice: bisogna avere buon senso nella vita. E quindi, secondo me, andare a punire una società oltremodo, dopo aver già perso una gara che, fino a quel momento, era apertissima a ogni risultato, è eccessivo. Inoltre, perdere per tre giornate un giocatore rappresentativo della squadra è, a mio avviso, una sanzione troppo pesante. Come in altre gare: per esempio, nella partita contro il Cerignola, Oyewale andava espulso, ma andava espulso anche Achik. Eppure, non ci avete visto venire in conferenza stampa. Perché? Perché le immagini di Sky non erano chiare, non si vedeva bene il fallo di Oyewale. Abbiamo preferito aspettare la telecamera tattica dello stadio di Giugliano e, grazie a quella, abbiamo potuto vedere che prima c’era stata la manata di Achik, e poi il fallo di Oyewale. Non siamo venuti in conferenza stampa perché crediamo che sia giusto protestare, ma farlo con cognizione di causa, avendo chiara l’intera situazione. Oggi siamo qui non tanto per l’espulsione in sé, che ribadisco essere un episodio di campo, quanto per l’accanimento. Credo che serva più equilibrio da parte di tutti, perché ormai è diventata una moda protestare preventivamente o dopo la gara, a prescindere dalla correttezza o meno di una decisione arbitrale. Invece, ci vorrebbe più buon senso da parte di tutti, a partire dalla classe arbitrale. Determinati atteggiamenti non ci sono piaciuti, e questo non è un discorso legato alla prossima partita. Abbiamo deciso di preannunciare il ricorso per Caldore, perché riteniamo doveroso farlo alla luce di quanto scritto nel referto e dell’ingiustizia arbitrale subita. Però credo che tutti dovremmo avere molto più equilibrio. Non penso che il VAR a chiamata sia la soluzione a tutti i mali, anzi, potrebbe accentuare ancora di più le polemiche. Credo che tutte le componenti debbano assumersi le proprie responsabilità.

Io credo che tutte le squadre, soprattutto quando si inizia un determinato tipo di percorso che tendenzialmente azzera l’antecedente, perché, come ha detto il mister più di una volta, sono tanti i giocatori che sono cambiati, quando si prova a cambiare quella che è un’idea di calcio e si prova a fare un altro tipo di calcio, bisogna far fede a quelli che sono gli errori. Secondo me, bisogna capire sempre cosa ha portato ad avere queste problematiche di mancanza di continuità e, in un percorso, se si ripetono, non vuol dire che non si capisce bene il perché questo avvenga. Io credo che in questo girone di ritorno i ragazzi l’abbiano capito. Credo che in queste due gare, contro Crotone e Picerno, siano stati gli episodi più che un atteggiamento dei ragazzi, che è stato sempre positivo. L’allenatore, secondo me, ha sempre lavorato bene e ha sempre impostato bene le gare. Rispetto al girone di andata, vedo una differenza sostanziale: all’andata, secondo me, ci sono state delle prestazioni un po’ negative quando abbiamo avuto quegli alti e bassi, invece adesso credo che sia un discorso soprattutto di episodi: a Crotone non meritavamo di perdere, abbiamo fatto una gara importante, e col Picerno ribadisco che non meritavamo di perdere una gara indubbiamente condizionata dall’arbitraggio. Quindi credo che siano delle dinamiche un po’ diverse. È chiaro che ogni giocatore debba trarre beneficio da quella che è stata un’esperienza negativa, altrimenti è un giocatore che non fa al caso nostro, perché se uno ripetutamente commette degli errori e non capisce quali siano e come debba migliorare, soprattutto quando si vince, poi non riesce a mantenere un equilibrio, cioè a resettare la vittoria e ripartire. La differenza tra un giocatore che vince e un giocatore che non vince mai sta proprio lì: il giocatore che vince sempre è quello che, finita una partita, stacca e pensa alla prossima, non vive di luce riflessa della gara precedente. Allo stesso modo, dopo una sconfitta riesce a resettare. I ragazzi che sono venuti a gennaio hanno dato grande linfa alla squadra. Credo che ci siano dei giocatori in questo gruppo che stanno crescendo tanto e sono convinto che domenica tireranno fuori quella rabbia e recupereranno quei punti che sono stati persi in queste due gare. Rinnovi? Con Giorgione valuteremo, ha anche esigenze a livello familiare. È chiaro che è un giocatore grande, quindi decideremo più in là. Per quanto riguarda gli altri, sono tutti giocatori con contratti pluriennali. Se uno guarda la nostra situazione contrattuale, capisce come la società si vuole orientare. Dal punto di vista contrattuale, abbiamo già una visione molto chiara con il direttore Scognamiglio. Ribadiamo il fatto che abbiamo un allenatore importante e che ci piacerebbe continuare con questa intelaiatura. Perché, almeno per quella che è la mia esperienza, la continuità paga. La continuità e l’equilibrio sono fondamentali: non fare voli pindarici, ma costruire giorno dopo giorno, credendo in quello che si sta facendo”.