La sconfitta contro il Genoa, oltre a non aver permesso al Napoli di agganciare la zona Champions League, ha messo a nudo tutti i limiti degli azzurri. La partita è stata dominata, su questo c’è poco da sindacare. I liguri, però, sono stati bravi a sfruttare i due errori macroscopici della difesa azzurra. A questo, poi, se si aggiunge la sfortuna e la poca cattiveria sottoporta, diventa inevitabile incappare in serate come quella del ‘Ferraris’. Gennaro Gattuso, da molti, è stato individuato come principale artefice di tale rendimento zoppicante e se così non fosse?
Il Napoli con l’addio di Sarri ha concluso il ciclo iniziato da Rafa Benitez, fatto di due trofei, record di punti in campionato, ottime prestazioni a livello europeo e una filosofia di gioco riconosciuta anche a livello internazionale. Il congedo del tecnico di Figline, inevitabilmente, è coinciso con la fine di quel corso che, però, il Napoli ha voluto proseguire con Ancelotti e con acquisti non adatti per poter ripetere il rendimento dei campionati precedenti. L’avventura di Ancelotti all’ombra del Vesuvio è storia recente e, come ben sappiamo, non ha portato i frutti sperati. Con Gattuso si è ripetuto lo stesso errore commesso con l’attuale allenatore dell’Everton: proseguire con calciatori non adatti a certe ambizioni, a fine ciclo o peggio ancora in scadenza di contratto. Il mercato in entrata, inoltre, non è stato sfruttato a dovere per colmare le lacune presenti in rosa.
Una delle carenze è sulle fasce. Il Napoli ha quattro terzini: Mario Rui, Ghoulam, Di Lorenzo e Hysaj. Mario Rui, che con Sarri mascherava i propri limiti grazie al gioco dei compagni, è un calciatore che in una squadra che punta allo scudetto può essere considerato una buona riserva. Ghoulam, dopo i due infortuni al ginocchio, non è più tornato ai livelli di un tempo. La sua cessione o, comunque, il non aver acquistato un terzino sinistro titolare resta un mistero. Hysaj, oltre gli evidenti limiti tecnici, è in scadenza di contratto e tra poco più di quattro mesi vestirà un’altra maglia. Elemento che incosciamente può pesare sul rendimento di un calciatore.
In difesa, però, incide anche la situazione dei centrali. Esclusi Manolas e Koulibaly, Maksimovic e Rrahmani, per motivi diversi, non sono a livello dei compagni di reparto. Maksimovic, pagato la bellezza di 25 milioni di euro, con Sarri era la quarta scelta. Infatti venne ceduto in prestito allo Spartak Mosca. Con l’addio di Sarri, il Napoli ha voluto rinnovargli la fiducia ma non il contratto. Come Hysaj, anche l’ex Torino, infatti, è in scadenza a giugno prossimo. Una domanda, quindi, sul perché la dirigenza azzurra abbia voluto proseguire con un calciatore mai considerato realmente importante è lecito farla.
Rrahmani, pagato 14 milioni di euro, non ha mai trovato spazio. L’ex Verona è stato bloccato durante la sessione invernale di calciomercato del 2020, quindi inevitabilmente ci si chiede se fosse un acquisto fatto per Gattuso o per un altro allenatore (Juric?).
I problemi riguardano anche il centrocampo. Fino a tre anni fa il Napoli poteva contare su Hamsik, Jorginho e Allan, con Zielinski utilizzato a partita in corso. Ad oggi, tolti Demme, Zielinski e Fabian Ruiz, i vari Elmas, Lobotka, Bakayoko non hanno portato nulla al Napoli. Il caso più preoccupante è quello che riguarda lo slovacco, pagato 20 milioni di euro e fino ad ora invisibile.
I dubbi non risparmiano nemmeno il reparto offensivo. Gattuso può contare su soli tre esterni di ruolo, su Mertens che è un jolly e su solo due punte: Osimhen e Petagna. L’ex Spal, nonostante non sia un bomber letale, sta ben figurando. Osimhen, anche per l’elevata cifra sborsata dal Napoli, è arrivato in Italia con troppe aspettative. L’infortunio alla spalla e il Covid, poi, hanno fatto il resto. Quello che è certo è che il nigeriano va aspettato. Probabilmente anche senza problemi fisici non avrebbe avuto la forza per trascinare una squadra piena di problemi. In questo caso, forse, sarebbe stato più giusto affiancargli un attaccante di grande esperienza per permettergli di ambientarsi con meno pressioni nel campionato italiano. Una riflessione va fatta sulla gestione di Milik e Llorente che, con Osimhen non al 100% e Petagna acciaccato, avrebbero fatto comodo in un periodo così fitto di impegni.
Gattuso, indubbiamente, ha commesso molti errori. Il periodo non aiuta e il dover affrontare una partita ogni tre giorni non permette all’allenatore di poter rivedere con cura gli errori tattici commessi durante le gare. La stagione, comunque, è ancora lunga. Il Napoli è in corsa su tutti e tre i fronti. L’obiettivo principale resta la qualificazione alla prossima Champions League senza la quale il club potrebbe dover subire un forte ridimensionamento anche per le perdite dovute al Covid-19.