Aurelio De Laurentiis
, presidente del Napoli, dopo mesi di assenza è tornato a parlare in conferenza stampa. Il numero uno azzurro ha trattato vari argomenti, tra cui: la decisione di affidare la guida tecnica a Luciano Spalletti, la mancata qualificazione in Champions League, il silenzio stampa e le difficoltà del calcio italiano in seguito al Covid.
“Vi ringrazio per essere qui. Sono stati momenti difficili, il Covid ci ha colti impreparati. Già nello scorso campionato abbiamo avuto problemi riguardanti la fine del torneo e nel non avere tempo per programmare l’annata appena conclusa. Ognuno ha pensato ai propri egoismi. Avevo anticipato che programmare i campionati europei non avrebbe avuto senso senza aver riposato, senza il ritiro oltre alla mancanza di un mercato vero. Dobbiamo fare la corsa per fare un assist agli istituzionalisti? Cioè quelli che non investono nel calcio.
Leggevo che il Premier inglese ha castigato i protagonisti inglesi della Superlega e gli si accorda, con Covid e varianti, la possibilità di giocare la finale dell’Europeo con 75mila partecipanti. Tra poco pubblicheremo i calendari, ma chi ci garantisce? Io chiederei a Draghi: perché ti disinteressi al mondo del calcio? Perché non convinci i tuoi colleghi a resettare tutte le partenze dei campionati posticipandone l’inizio per avere più tranquillità? Il calcio ha una grandissima importanza, ma a causa del Covid siamo sotto di 1 miliardo e mezzo. Una cifra che pesa, ma dal Governo non mi pare che si siano adoperati per migliorare la situazione”.
Su Napoli-Verona e la mancata qualificazione in Champions League: “Rimproverarsi o rimproverare qualcuno è sempre la strada più semplice. È stato un anno e mezzo complicato. Il Covid e la mancanza dei tifosi, che sono il dodicesimo uomo in campo, ha pesato. Napoli-Verona mi ha deluso, ero sceso negli spogliatoi a suonare la carica a fine primo tempo. Il gol del vantaggio mi aveva rilassato, non mi ha fatto piacere vedere il gol del pareggio. Il campionato è stato giocato sul filo del rasoio, poi c’è anche l’episodio del Cagliari che ci ha molto turbato. Non ho nulla da recriminare, è stato un anno e mezzo falsato, abbiamo solo fatto un assist agli Europei”.
Su Spalletti e Insigne: “Lo cercai ai tempi dello Zenit, ma era ancora sotto contratto e decidemmo di virare su Benitez o Sarri. È un profilo giusto per il Napoli, contro di lui abbiamo trovato sempre difficoltà. Ha saputo anche gestire situazioni non facili, come è successo alla Roma dove forse anche la società ha avuto le sue responsabilità. Insigne non l’ho ancora visto. Al termine degli Europei ci incontreremo e sarà quel che sarà”.
Sulle ultime due stagioni: “Il problema non riguarda il non essere entrati in Champions. Il problema è che siamo passati dai 30 milioni di stipendi a 156. Bisogna risolvere questa problematica, dobbiamo rivedere gli stipendi in base alle entrate. Non c’è un ridimensionamento – continua De Laurentiis – ma una presa di coscienza sul budget che va rivisto. Se vogliamo riportare il Napoli sui binari giusti, occorre rivedere le spese. Non c’è nulla da fare. Bisognerà cedere quei calciatori che hanno aumentato a dismisura il salariato della società. Alcuni acquisti non avrei dovuti farli per via del Covid. Sono stato ultra-ottimista e, nonostante il campionato falsato, ho investito tanto”.
Sul post Verona-Napoli: “Siccome non avevo visto Gattuso in forma, ho preferito il silenzio stampa per non permettere agli altri di speculare. Al Britannique feci una riunione con tutti i calciatori, ai quali dissi che avrei pagato gli stipendi in anticipo e che Rino sarebbe rimasto. Il fatto di non continuare con Gattuso risale alla scorsa stagione. Anche se avesse vinto il campionato, non sarebbe rimasto alla guida del Napoli. Con Mendes abbiamo parlato anche di rinnovo, ma non ci siamo trovati in linea. Abbiamo perso partite che non dovevamo perdere e altre le abbiamo vinte quando potevamo trovare delle difficoltà. Questa è stata una conferma nel non continuare questa collaborazione anche in caso di Champions”.
Sulle cessioni: “Incontrerò Spalletti venerdì. Davanti ad offerte appropriate nessuno è incedibile”.
Obiettivo della prossima stagione: “Regolare i conti e centrare la Champions League”.
Sul silenzio stampa: “Ho optato per il silenzio stampa per tutelare i rapporti tra la squadra, lo staff e i tifosi. Toglierlo dopo Napoli-Verona avrebbe comportato un assedio nei confronti di Gattuso. Il tecnico ha fatto quel che poteva, negli allenamenti era altamente concentrato e dedicato”.
Sul caso Salernitana: “Difficile dare un giudizio. Credo che ci siano delle interpretazioni sia sul piano sportivo che giuridico. Non so se in questa situazione quanto abbia giocato la diatriba personale o quanto ci sia solo quella miopia istituzionale di cui ne parlavo. Se io so che in Serie A non posso avere una seconda squadra, nel momento in cui sto lottando per la promozione devo avere già le carte in ordine per la cessione. La stessa cosa capiterà al Bari. Se si va in Serie A con due squadre, c’è quella diatriba sul rapporto di parentela che diventa un limite. Mantenere una quota di minoranza su un club che sale nella massima serie è una situazione che giuridicamente non è mai stata esaminata. Andava tutto analizzato prima, non all’ultimo momento”.
“Giocare la Champions e far quadrare i conti? Se non avessimo fatto giocare solo 5 minuti dei giocatori, magari ora avremmo modo di fare valutazioni diverse e sostituire alcuni giocatori più affermati, alleggerendo perdite e costi salariali. Mi sentirò con Luciano per cercare di restare con due piedi in una scarpa”.