Cavese, partenza da brividi e percorso in salita: dalle dimissioni di Modica ai dubbi del mercato estivo
Un tornado di critiche e dibattiti nell’ambiente metelliano. Un terremoto che ha scosso la realtà Cavese. Come un fulmine a ciel sereno, malgrado la riconferma da parte della società, il tecnico Giacomo Modica ha lasciato il blufoncé. Un addio scritto, già nel post-gara del Romeo Menti con la Ternana. Una sconfitta schiacciante che ha spinto il tecnico di Mazara del Vallo a compiere un passo indietro. Dimissioni presentate e prontamente respinte dal presidente Massimiliano Santoriello. Il terreno instabile, però, è crollato definitivamente nelle ultime ore. Prima della seduta d’allenamento, il trainer siciliano ha salutato la squadra e ha interrotto il rapporto professionale con il club biancoblù.
Gli Aquilotti, momentaneamente affidati al mister in seconda Michele Facciolo, si guardano intorno alla ricerca di una nuova guida. La partenza in campionato è da brividi, i numeri impietosi condannano la formazione campana. Il percorso, in un gruppo che si prospetta di fuoco, è in salita e già il prossimo impegno casalingo si delinea come un crocevia stagionale. Appena cinque punti messi in cantiere nei nove incontri giocati. Un bilancio frutto di una vittoria sul campo del Bisceglie e due pareggi in trasferta con Paganese e Potenza. Tra le mura amiche, al contrario, il dato è negativo: cinque sconfitte in altrettanti match, a cui si aggiunge il ko con la Juve Stabia in esterna.
La responsabilità della società – È sempre complicato trovare un capro espiatorio in situazioni analoghe. Tuttavia, sono suscitati dubbi sul lavoro societario durante la sessione estiva di calciomercato. Un’opera di costruzione orientata ai giovani e all’inesperienza. In un torneo dove la leadership e la mentalità risultano essenziali. La spina dorsale c’è, con De Franco-Migliorini-De Rosa a dare le giuste direttive a chi si sta affacciando al contesto professionistico. Lo spogliatoio della Cavese, d’altra parte, sembra soffrire la pressione degli scarsi effetti di questo primo scorcio della competizione. Inammissibile anche la gestione dei veterani Lulli e Germinale, oltre all’esclusione perenne di Matera.
Le idee troppo innovative del mister – Il calcio di Modica è conosciuto. Anche a Vibo e nella precedente esperienza a Cava de’ Tirreni, l’allenatore ha improntato le sue idee sulla rapidità d’esecuzione e sulle verticalizzazioni veloci. Il manto erboso del Simonetta Lamberti e i meccanismi non affinati tra gli interpreti hanno pesato sullo sviluppo della manovra offensiva. Sarebbe servito ulteriore tempo, ma in un campionato che procede spedito è necessario far punti anche con azioni sterili spezzando il paradosso del bel gioco.
Un gruppo inesperto e tutt’altro che rodato – Sul pessimo inizio della Cavese, una colpa va data anche al gruppo. Apparso deconcentrato e disattento nei momenti clou. Il singolo o il collettivo sono costati punti. Emblematica la sconfitta al 94′ contro il Bari per errore del giovane Bisogno o il 4-4 fuori casa col Potenza facendosi rimontare più volte. Certo, nella scala dell’attribuzione delle negligenze, il team blufoncé dev’essere collocato all’ultimo posto. Purtroppo, va sottolineata l’incapacità di saper reggere la pressione.
Gli Aquilotti, nel frattempo, si proiettano alla prossima chiamata stagionale. Con l’amletica incertezza riguardante il tecnico che siederà in panchina.