cavese maiuri

Vincenzo Maiuri, allenatore della Cavese, ha commentato il ko odierno contro il Catania: “Siete bravi a vedere i cambi, a vedere le passeggiate alla Badia e tutte ste fesserie qua. Non ci sto a questo gioco. Bisogna essere lineari. Non è una questione di cambio o di situazione. Dovevamo leggere bene queste cose. Non c’entra niente il cambio di Rizzo, nella maniera più assoluta. Sono stati bravi loro a portare dalla loro parte una partita in equilibrio. Esperti, al cospetto nostro che magari non abbiamo dimostrato tanta esperienza. Però la squadra ha lottato e ha cercato di fare quello che può fare in questo momento. Probabilmente la spina attaccata non ce l’abbiamo tutti. Quindi qui mi prendo io la responsabilità, perché non sono stato capace di trasferire questo modo di pensare ai miei giocatori, nel far capire quant’è importante fare i playoff o non farli.
C’è chi si vuole divertire? Ma divertitevi, divertitevi pure a denigrare una persona che sta in piedi in un’area tecnica, a dire “vai a farti la passeggiata alla Badia”. Che c’entra la vita privata? Ma che c’entra se uno va a fare una passeggiata, non pensa alla partita? Ma che c’entra questo? Io vivo per vincere ogni partita. Non esco mai. Ogni giorno sto lì, attaccato a ogni cosa che devo fare. Non permetto a nessuno di attaccare la vita privata. Ma al di là del fatto che abbiamo raggiunto l’obiettivo, anche se non l’avessimo raggiunto, non è giusto.

Cosa è mancato oggi? È mancata un po’ di esperienza. Abbiamo creato poco, come hanno creato poco loro. È stata una partita molto equilibrata, come ho detto prima. Loro sono stati bravi a sfruttare quella situazione dalla quale è scaturito il gol. E noi abbiamo fatto poco, sinceramente. Magari se fossimo riusciti a pareggiare con Chiricò, stavamo qui a parlare di un’altra cosa. Noi usciamo con questa sconfitta dalla quale dobbiamo assolutamente ripartire, perché mancano due partite. Non possiamo uscire dal campionato. Dobbiamo restare dentro e cercare di ottenere tutto quello che possiamo, iniziando dalla partita di sabato prossimo a Biella contro la Juve Under 23.

Non credo che oggi abbiamo perso per sfortuna. Oggi abbiamo perso perché magari, sugli episodi, non siamo stati precisi come lo sono stati loro. È chiaro che qualcosa è cambiato. Se oggi avessimo giocato questa partita da quintultimi in classifica, probabilmente l’avremmo interpretata in maniera diversa. E questo non mi sta bene, perché fare i play-off o non farli non è la stessa cosa. Fare i play-off deve essere un motivo d’orgoglio per una squadra e una squadra è composta da tutti: siamo in 26 giocatori e non si può prescindere dall’apporto di nessuno. Quindi, se già ne hai 24 e vai a pizzicare uno di quei due che magari ha staccato la spina, metti in difficoltà tutto il gruppo di lavoro. Però oggi la squadra ha lottato, è stata in campo, ha cercato di fare quello che poteva. Magari non giocando la partita come se fosse una gara per salvarsi da quintultimi, come ho detto prima, ma io qua mi assumo tutte le responsabilità.Bisogna avere una mentalità diversa, bisogna essere più cattivi sui risultati. Bisogna capire che forse è meglio salvarsi all’ultima giornata con un gol al 90°, che salvarsi con cinque giornate d’anticipo e poi andare incontro a situazioni del genere. Abbiamo ancora due partite per poterle capovolgere. Quindi io, da lunedì, voglio vedere la faccia della gente che vuole metterci tutto, perché rappresentiamo una tifoseria che paga per venirci a vedere, che ci sostiene sempre e che non ha detto nulla quando siamo andati sotto la curva. E queste cose, per gli uomini, devono essere importanti.

A me, sinceramente, di essermi salvato con cinque giornate d’anticipo non me ne frega niente. Io stasera vado a casa stando malissimo. E devo cercare qualcosa dentro di me per ripartire da lunedì nel modo giusto. Perché adesso abbiamo l’obbligo, non so se riusciremo o meno a fare i play-off, ma dobbiamo fare gli uomini. Gli uomini non lasciano niente per strada, vanno a prendersi tutto. Io voglio una ripartenza in questo senso. Match contro la Juventus Next Gen? Quando uno è costretto a vincere, la prima cosa che deve fare è la fase difensiva. Sembra un paradosso, ma è quella che ti porta a vincere. Se fai male dietro, cercando solo di segnare, perdi gli equilibri e ti fai male da solo. Per quanto riguarda chi ha staccato la spina, da lunedì risolveremo tra di noi con la serenità giusta. Se uno non c’è, è giusto che stia fuori. Ma sinceramente, è una cosa circoscritta. La grossa parte del gruppo è pronta a lottare. C’è qualcuno che, magari impiegato meno,ha messo se stesso da parte, non capendo che è importante anche per lui stesso stare dentro fino alla fine. Anche nei cambi, dove oggi magari ho sbagliato, si terrà conto anche di questo. Noi siamo questi e abbiamo bisogno di tutti. Lo ripeto: cercheremo di fare di questa necessità una virtù.

Chiricò e Fella? Chiricò ha vissuto tutto in maniera professionale. Ha fatto una buona settimana, ha cercato di dare tutto all’interno della partita. Poi magari qualcosa gli è riuscita meglio, qualcosa meno, ma ha dato il massimo. Fella ha fatto la partita che doveva fare, ha dato anima e cuore. Poi, a un certo punto, è arrivato corto. Ma tanti sono arrivati corti: ha avuto i crampi anche Piana, anche loro hanno avuto crampi. A questo punto della stagione, le squadre arrivano stanche, gravate da uno stress mentale che influisce anche sulla prestazione fisica. La prestazione fisica può venire meno, ma quella mentale no. Su questo insisto: la prestazione mentale non deve mai mancare. Uno può anche uscire dopo 50 minuti, ma se dà tutto, è un grande uomo. Invece, alcune volte, dobbiamo dare qualcosa in più proprio a livello mentale. Stare al 99% non è come stare al 100%. Questa è una cosa che discutiamo spesso con i giocatori: la voglia di fare qualcosa di importante insieme. Raggiunto un obiettivo, bisogna puntare al prossimo. L’abbiamo detto anche nelle conferenze precedenti: bisogna portarsi a casa le partite. Io sono sicuro che se oggi avessimo giocato da quintultimi, ne sarebbe nata un’altra partita. Poi magari l’avremmo persa 2-0, 3-0, non lo so. Però a loro è bastato poco per vincere. Hanno vinto con niente: una palla sopra al braccetto destro e hanno fatto gol.
Allora vuol dire che qualcosa dobbiamo rivedere. Soprattutto io: che li metto in campo, che li alleno, che gli parlo”.