Pasquale Logiudice, direttore sportivo della Cavese, nella giornata di ieri ha tenuto una conferenza stampa. Di seguito un estratto: “La premessa è che non siamo riusciti a mantenere un piccolo impegno che avevamo preso con il mister, soprattutto in fase contrattuale. Quando è stato ingaggiato, si era parlato di determinate mosse sul mercato, ma credo che poi il presidente, nella sua conferenza stampa, abbia spiegato i motivi per cui non è stato possibile intervenire come inizialmente previsto. Non è questione di chiedere scusa, ma purtroppo le strategie e le situazioni sono cambiate rispetto a ottobre, quando lo scenario era diverso. Per rispondere alla domanda: il mercato di gennaio è sempre particolare, perché per operare a un certo livello servono risorse importanti. Basta vedere le squadre che hanno acquistato giocatori di rilievo: noi non eravamo e non siamo in quella condizione. È vero che abbiamo portato Sannipoli, ma per farlo abbiamo dovuto liberare due calciatori. Al di là del fatto che fossero più o meno funzionali, erano comunque giocatori che in quel momento facevano parte della rosa. Sannipoli è arrivato anche grazie alla sua volontà, perché ha scelto noi, facendo dei sacrifici economici. Il presidente ha parlato di tre uscite per tre entrate, ma per acquisire giocatori di livello avremmo dovuto sacrificare gli elementi richiesti. Almeno sei nostri calciatori sono stati richiesti da club in lotta per la vittoria del campionato, e uno addirittura da una squadra di Serie B. Ad esempio, c’è stato un momento in cui stavamo valutando di cedere Konatè per creare un piccolo tesoretto e puntare su un attaccante. La trattativa per questo attaccante è arrivata fino a un certo punto, ma poi mi sono fermato perché non ritenevo l’operazione conveniente dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo. Quindi siamo andati sulle caratteristiche, mantenendo il budget e il programma della società. Per evitare equivoci, noi non potevamo fare operazioni di mercato. Il nostro mercato è stato avere la forza di non cedere alla tentazione di vendere. Pensate che Sorrentino è stato richiesto da tre squadre, l’ultima delle quali lo ha chiesto alle 20:30 di lunedì. Avere avuto la forza di rinunciare, e di non essere costretti a cedere, è un fatto positivo.
Ci siamo mossi sulle caratteristiche, compatibilmente con le nostre risorse. Inoltre, non dimentichiamo che siamo una squadra che punta molto sul minutaggio. Abbiamo preso un 2005 a sinistra e abbiamo sostituito Barba, che ha chiesto di andare via perché aveva poco spazio, con un 2003 dalle stesse caratteristiche. Per quanto riguarda Verde, è un giocatore che, all’inizio della sua carriera, aveva grandi aspettative. Ha esordito in Serie A, e non si arriva a giocare in massima serie per caso. Poi, per qualche motivo, le aspettative sono venute meno, ma resta un classe ‘99. Spero che la piazza di Cava possa dargli la motivazione giusta per rendersi utile alla squadra. Detto questo, gli acquisti fatti non hanno l’obbligo di farci vincere le partite, ma di integrarsi in un gruppo sano che ha già conquistato 29 punti. Siamo tra le squadre che fanno più minutaggio con i giovani, dietro solo al Benevento, che ha un settore giovanile molto strutturato. Quando, all’inizio della stagione, dissi che il nostro obiettivo era salvarci all’ultimo minuto del playout, molti pensarono che volessi mettere le mani avanti. In realtà, parlavo con esperienza. A livello di budget, prima di noi c’erano Taranto e Turris, poi il Messina, che ha fatto un mercato importante. Eppure, oggi abbiamo 29 punti e ce la stiamo giocando. La squadra è viva, e non sono preoccupato. Certo, qualche errore si commette, ma fa parte del percorso. Anzi, forse siamo persino più avanti rispetto al programma iniziale. Alcune partite ci hanno illuso di poter ambire a qualcosa di più, ma la realtà della categoria è questa.
Allora, partiamo dal concetto che la fortuna è che il tecnico ha scelto la Cavese. Quando la società ha deciso di cambiare, lui era per strada, stava andando in un altro posto. Quindi il fatto che abbia scelto la Cavese ha addolcito la situazione e ha capito che effettivamente il problema non nasceva da nessuno in particolare. Mi ricollego a quanto detto dal presidente: si è trovato in una situazione diversa da quella prevista e questo ha bloccato un po’ tutto. Però voglio ribadire che questa è una squadra che ha fatto 29 punti. Siamo sempre abituati a pensare che la realtà degli altri sia migliore della nostra. A volte, anche a me viene il dubbio, ma poi vedo che squadre in lotta per vincere vengono a chiederci giocatori: uno all’inizio e uno domenica sera. Dico: “Scusate, con tutti i calciatori che ci sono, vengono a chiedere i miei?” Abbiamo avuto sei calciatori richiesti, non per scambi, ma con offerte economiche. Bisogna riconoscere che la società, pur nelle difficoltà, sta affrontando il campionato con dignità, grazie al direttore generale e ai cavesi in società.
Possiamo considerare il mercato chiuso? La lista è piena e, anche se non lo fosse, non ci sarebbero margini per nuove operazioni per i parametri economici che abbiamo. Per provare a fare un’operazione economica, avremmo dovuto sacrificare qualcuno. Per esempio, Konate aveva diverse opportunità di uscita e avremmo potuto sacrificare lui per creare un piccolo tesoretto e fare mercato. Però, alla fine, ho deciso di non procedere. Quattrocchi? È stata un’operazione dell’ultimo mercato, ma ha fatto fatica ad ambientarsi. Quando prendi stranieri, devi considerare che il campionato italiano è molto tattico. Se guardate, anche ora che è tornato alla casa madre, non è che stia giocando molto di più. Per quanto riguarda gli acquisti, abbiamo preso due under: uno ha sostituito Barba in tutto e per tutto, l’altro è un terzino sinistro giovane che deve crescere. Abbiamo anche preso una punta centrale che cuce bene il gioco e che a mio avviso deve prendere un po’ di condizione perché noi siamo una squadra che corre. Maffei? Maffei aveva un ingaggio importante e lo spazio a disposizione si era ridotto. Per arrivare a Sannipoli, abbiamo dovuto sacrificare qualcuno. Per quanto riguarda il futuro e i progetti societari, non posso rispondere direttamente: la programmazione spetta alla società. Io sono un esecutore del progetto tecnico, nel quale cerco di rispettare sia i parametri tecnici sia quelli economici. Questa stagione era ed è fondamentale, perché abbiamo effettuato molti cambiamenti. Era necessario ristrutturarsi, e il prossimo anno si potrà ripartire con una base tecnica solida. La maggior parte ha contratti biennali, quindi si parte già da una base e si potranno fare valutazioni con calma”.