Andreoletti

Matteo Andreoletti

, allenatore del Benevento, è stato presentato questo pomeriggio alla stampa: “È la mia prima esperienza al Sud da professionista ed è motivante. Ci aspetta un girone complicato, con tanti derby e piazze importanti. Sono carico, ci saranno sicuramente momenti difficili, ma sarà un’esperienza che aiuterà a crescere me e il Benevento. Idee di calcio? Mi piace una squadra aggressiva, che vada forte e per andare forte la domenica bisogna farlo anche in settimana. Tatticamente mi piace una squadra offensiva, ma al tempo stesso che non conceda troppe occasioni. Capitale umano? Non credo sia tutto da buttare. Non è il momento giusto per parlare del passato, ma il Benevento ha tanti calciatori di qualità. Ci sono ragazzi che rientrano da prestiti e hanno grande entusiasmo, così come coloro che sono cresciuti qui e che dobbiamo valorizzare. Come allenatore mi piacerebbe far cambiare parere sui calciatori che vengono dalle retrocessioni. Il mio compito è metterli nelle condizioni migliori per esprimersi. Sistema di gioco? Non sono integralista, voglio soltanto una squadra che lavora ed è l’unica strada per centrare gli obiettivi. Voglio una squadra nella quale tutti si possano riconoscere. Ci aspetta un campionato complicato. Gli obiettivi? Il Benevento è un club importante in serie C e questa può essere un’arma a doppio taglio. Uno dei miei compiti sarà quello di far capire che ora siamo una realtà di serie C, nessuno ci regalerà niente. Avevo voglia di misurarmi in una categoria superiore. Finita la stagione, ho ricevuto la chiamata del direttore e non ho pensato più ad altro. Quando hai la possibilità di allenare una squadra del genere è normale essere entusiasti. Il Benevento me lo sono guadagnato, nessuno mi ha regalato niente. 

Sono ambizioso, ho voglia di salire in Serie B e il Benevento ha tutte le caratteristiche per tornare tra i cadetti. Ritiro? Chi indossa questa maglia deve essere convinto di rimanere. Non c’è bisogno di tenere gente contro la propria volontà. Il senso di appartenenza non è baciare la maglia o andare sotto la curva al fischio finale. Come detto, mi piacerebbe una squadra che renda i tifosi orgogliosi. Se affronti la settimana in maniera seria sei destinato ad ottenere il massimo, dal lavoro passa tutto. Lacune da colmare? Ho visto tante partite passate, ma mi sembra ingeneroso parlarne. Uno dei problemi sicuramente sono stati gli infortuni, mi piacerebbe trovare la strada giusta insieme agli staff per avere più giocatori disponibili la domenica. Quando retrocedi poche cose vanno bene, mi piacerebbe una squadra che attraverso un gioco propositivo riesca ad essere più incisiva ed equilibrata. Il 90% delle squadre che verranno a giocare qui metterà il pullman davanti la porta, affidandosi poi ai contropiedi. La differenza la fa equilibrio. Nel calcio moderno le fasi importanti sono le transizioni e dovremo lavorarci. La squadra appena perde palla deve riaggredire subito, la differenza in questi casi la fa il tempo trascorso nella riconquista della palla dopo averla persa. Se non fai bene questa fase salta tutto, perché ti allunghi. All’inizio parlerò singolarmente con tutti per capire chi ha la convinzione di rimanere. Sono convinto che attraverso il lavoro sul campo faremo cambiare idea a più di un giocatore. De Zerbi? Essere avvicinato a lui mi fa piacere, ma mi piacerebbe sentirlo da voi alla fine dell’anno. Ci accomuna la voglia di fare un calcio propositivo. Strutture? Le strutture sono fuori categoria e per me e il mio staff è una goduria. Modulo? Non ho un sistema di gioco predefinito, ma ho delle idee che non cambio. La base di partenza è il 4-3-3, ma mi piacerebbe di creare qualcosa di fluido e sempre funzionale ai calciatori che ho a disposizione”.