Una rosa robusta, di qualità e competitiva. Un filotto di sedici risultati consecutivi tra il secondo impegno di ottobre e l’ultimo appuntamento di gennaio (9 vittorie intervallate da 7 pareggi, ndr). Eppure, potrebbero non bastare per il raggiungimento del secondo posto. L’Avellino è lì, a soli due lunghezze dal Palermo e in lotta col Catanzaro. Biancoverdi e giallorossi puntano alla piazza alle spalle del promosso Bari quando le sfide in programma restano due. Per i rosanero, invece, c’è solo un match a disposizione. Tutto si deciderà nel rush finale della stagione, con Di Gaudio e compagni in bagarre per assicurarsi il secondo gradino del podio del Girone C. Il calendario è abbordabile: la gara casalinga con la Vibonese e la trasferta di Foggia – in uno Zaccheria potenzialmente deserto – chiuderanno la regular season dei Lupi. Per le Aquile, invece, ci saranno in programma le partite contro Campobasso e la stessa Vibonese. Per gli uomini di Baldini, infine, si prospetta la prova in esterna del San Nicola il prossimo 24 aprile.
Nel frattempo, gli scontri diretti sorridono al Catanzaro che, qualora arrivasse in condominio con l’Avellino, si assicurerebbe un piazzamento migliore in ottica playoff. Qui, dunque, si evidenziano gli errori della brigata irpina. Un dato impietoso, infatti, macchia il buon percorso dei ragazzi di Carmine Gautieri. Sono soltanto tre i punti conquistati contro le prime e dirette concorrenti in classifica. Due pareggi ottenuti in casa con Catanzaro e Bari, uno strappato distante dal Partenio e sul campo del Palermo. Il tutto nel girone d’andata. Perché al ritorno, l’Avellino ha collezionato tre ko (2-0 al Ceravolo, 1-2 in casa con i rosanero e 1-0 nell’ultimo turno disputato in Puglia). Numeri che sottolineano la difficoltà di imporsi contro le big. E tale bottino potrebbe pesare nella graduatoria finale. La truppa biancoverde ha però il dovere di crederci: è necessario chiudere l’annata con due successi e sperare in un passo falso delle avversarie.