Oreste Vigorito, presidente del Benevento, è intervenuto in conferenza stampa analizzare il presente e il futuro del club sannita. Di seguito alcune delle dichiarazioni riportate da Ottopagine.it: “C’è amarezza da parte della società. C’è una profonda analisi con gli addetti ai lavori per cercare di capire i motivi. Se non abbiamo ancora svoltato vuol dire che non li abbiamo ancora capiti. Questa confusione non deriva dall’età, ma forse perché anche ciò che succede intorno crea confusione. Dobbiamo superarla, mi auguro che possa avvenire ancora in tempi sufficienti per non fare un brutto play off. Mi auguro che con l’aiuto di tutti ci si possa mettere di nuovo a cavallo per poter fare un buon finale di campionato con gli spareggi.
Fare discorsi sul calcio è molto difficile. Non faccio profezie, ciò che faccio sono impegni. Io parlo agli uomini di buona fede, per gli altri è inutile. Per il futuro vi posso dire che dopo aver finito la partita col Cerignola, siamo stati in grado di scontentare tre tifoserie. La tifoseria del Cerignola mi ha insegnato molte parole che non conoscevo, quelli di Avellino mi hanno ringraziato ma si sono anche lamentati per il fatto che ci siamo impegnati contro di loro. Alcuni di Benevento hanno immaginato che questa fosse una cospirazione per far salire il Benevento in Serie B. A loro va solo una risposta, noi siamo andati in A e in B e l’Avellino era in C. Se avessi avuto questi poteri li avrei spesi per il Benevento. Ad Avellino ho vissuto vent’anni, ma pensare che io possa fare il tifo per un’altra squadra è in errore. Per Benevento Calcio ho sempre grande impegno. Ad Avellino non ho niente a che vedere con il calcio, ma solo una questione lavorativa. Qualcuno ha detto che ho finanziato il basket di Avellino. Non ho paura a dire i numeri, il basket di Avellino ha avuto un finanziamento di 30mila euro da parte dell’Ivpc. Io sponsorizzo il Rugby Benevento da dieci anni e nessuno se ne è accorto e di sicuro verso molto di più. Negli ultimi quattro anni, questa società ha speso 60 milioni di euro. Credo che 30mila euro corrispondano allo stipendio del magazziniere.
Chi gestisce una società si fa sempre una idea. I miei sogni mi hanno portato in tutto il mondo. Poi mi hanno portato a Benevento, dove ho trovato persone che mi hanno permesso di esprimere la mia passione. Quando una cosa si fa con passione, si ha un grosso vantaggio ma anche uno svantaggio. La passione crea simpatie e antipatie, non è una dote di razionalità, ma va oltre questo aspetto. È facile creare dei vuoti. La parola rispetto significa tante cose, molti lo interpretano a senso unico. Quando devo prendere una decisione importante, io ascolto gli altri. Le mie aziende sono fatte da persone che vengono pagate per darmi le soluzioni, poi se non mi piace do anche il mio contributo
che a volte va bene e altre volte va male. Io non credo che quelli che stanno fuori abbiano la verità, ma credo che ce l’abbiano quelli che fanno questo lavoro. Questi luoghi comuni tipici di una mentalità diversa, che è quella del rapporto diretto del calciatore, non fanno parte della mia mentalità. Sto parlando adesso soltanto per rispondere a una serie di fatti, ma non sono pentito di nulla. Siamo partiti con un gruppo di giovani, dicendo che avremmo fatto di tutto per migliorare la posizione dello scorso anno. Ho detto che avremmo ridimensionato la squadra, portando avanti un progetto che portasse a formare una squadra che negli anni avesse il sangue giallorosso. Questi luoghi comuni dell’essere coesi, penso che non esista nel calcio. La società fa ciò che può fare in base a ciò che dicono gli allenatori o il direttore. Pensavo che i giovani avrebbero avuto delle difficoltà, che saremmo partiti col passo lento. Ero molto preoccupato. Poi se vedi che dopo 19 partite sei al primo posto, pensi di aver sbagliato? Un po’ di presunzione può averla anche uno che spende 30 milioni l’anno? Sono stato felice e su questo era d’accordo tutta l’Italia. Sicuramente ho sbagliato a non intervenire sul mercato. Abbiamo sei osservatori che girano tutte le domeniche, più Carli. Tutti e sette hanno detto che non c’erano calciatori in giro che potessero migliorare questa squadra. Nelle ultime 24 ore ho inviato una persona a Milano per fargli prendere un calciatore. Ho parlato per un centrale difensivo, aveva un valore di 60mila euro e mi hanno chiesto 2 milioni. Il tempo dei 2 milioni è finito. Mi hanno chiesto questi soldi perché lottavano per la retrocessione in Serie B, ma per me era una rapina. Poi ho chiesto un altro centrale difensivo di 26 anni che è proiettato verso una bella carriera. Ho offerto un milione e mezzo, ma non me l’hanno voluto dare. Ho parlato con i miei collaboratori che mi hanno detto che ne avremmo potuto fare a meno. Non aver preso qualcuno si è rivelato sbagliato, ma siamo convinti che avremmo vinto con un difensore e un attaccante? Non eravamo sicuri di vincere. Non è stato fatto perché persone che hanno una storia nel calcio hanno detto che si poteva andare avanti in quel modo, altrimenti avrei speso soldi per prendere nuovi calciatori. Pazienza e Auteri? Pazienza era un giovane che avevo osservato e che volevo prendere l’anno scorso al posto di Andreoletti. Qualche volta si indovina e altre volte no. Io credo che Pazienza sia un buon allenatore. Auteri era stato lincenziato perché nelle ultime quattro partite aveva fatto quattro punti, come accaduto a Pazienza. Perché l’ho richiamato? Perché credo che una squadra nata con Auteri difficilmente con un altro allenatore avrebbe fatto le stesse cose. Io e Auteri abbiamo capito che il lavoro non è amicizia. Mi auguro che la squadra ritrovi lo smalto che aveva nelle prime giornate, se non dovesse arrivarci ricordiamo cosa dicemmo quando presentammo le magliette. La società ha delle offerta per qualche milione di euro per qualche calciatore. Il futuro di questi calciatori dipende dal sottoscritto perché sono sotto contratto.
Negli ultimi quattro anni siamo retrocessi in B, ma l’anno dopo abbiamo fatto una semifinale play off. Il secondo anno, se un signore come me prende quattro allenatori, e prende calciatori con un passato importante e retrocede, forse è colpa nostra? È colpa mia se Lapadula dice che se ne vuole andare? Nessuno ha sentito voci strane di pressioni su questi calciatori? Siamo retrocessi cambiando medici e allenatori, forse abbiamo capito perché qualcuno è scappato. Abbiamo fatto il primo anno di Serie C, dove Vigorito si fa tutte le trasferte insieme alla tifoseria. Non va solo a Torino o a San Siro, ma anche a Monopoli o Cerignola. Ho detto che amo la Serie C perché occorre stabilire una relazione con il mondo reale. Eppure siamo arrivati in semifinale l’anno scorso. I quattro anni sono due anni di B e due C. Sono un fallimento? Rispetto alla Serie A lo sono. Siamo stati sfortunati perché c’era il Covid. Il primo anno di Serie A abbiamo fatto 4700 abbonati. Ci avete applaudito anche quando siamo retrocessi e di questo vi dobbiamo ancora ringraziare. Quando siamo tornati in C ho detto che o siamo capaci di costruire una squadra con giovani fidelizzati o in Serie A non ci andiamo più. Vigorito non vuole andare via, vuole restare a Benevento. Non voglio essere ringraziato, ma voglio che si sappia che non tradisco nel calcio. Vigorito non va via, Vigorito rilancia. Adesso andiamo a fare i play off. Spero che possano andare bene perché è nella speranza che si cresce, a differenza dei fallimenti. Futuro Auteri? Auteri è una persona trasparente ed è un ottimo allenatore. A fine campionato vedremo. Lui è molto ricercato, ho avuto la fortuna di trovarlo in un momento in cui era fermo.
Questa stagione mi sta costando 12 milioni di euro. Avete mai conosciuto una persona capace di spendere un milione al mese che non vuole andare in Serie B? Se lo conoscete presentatemelo, così gli offro 500mila euro. Cosa ho sbagliato? Ho avuto un errore di valutazioni negli ultimi quattro anni affidando compiti di sorveglianza che spettavano a me nei due anni di B. Oggi non ho rimpianti, continuo a rimanere fedele a me stesso. Sono convinto che nei due anni di B ho sbagliato perché ho delegato molto, avevo tanto lavoro da fare alla mia età. Nei due anni di C posso solo rimproverarmi di non essere rimasto a casa quando avevo la febbre. Dall C me ne vorrei andare perché credo che la città di Benevento e questa società meritino delle categorie superiori. Possiamo andare in B con una politica attenta che valorizzi le proprie risorse. Voglio andare in B, fino all’ultimo giorno lotterò per andare in Serie B”.