Benevento

Michele Pazienza, allenatore del Benevento, è intervenuto a Ottochannel al termine della partita pareggiata 1-1 contro il Sorrento“Mancanza di vittorie? La partita di oggi ci dice ancora questo, dobbiamo prenderne atto e lavorare ancora di più per venirne fuori. Quando ho parlato di dare maggiori certezze mi riferivo soprattutto alla zona nevralgica del campo, aggiungendo un centrocampista in più davanti alla difesa. Quella situazione l’abbiamo corretta con Prisco o Viviani. Berra nel suo percorso da calciatore, ha fatto spesso il ruolo di terzino. Mi dà fisicità e, agli occhi dei compagni, ha la giusta leadership. In questo momento abbiamo bisogno di questi giocatori e di queste caratteristiche, anche a livello umano.

Starita? Ho il compito di far avere a tutti i calciatori a disposizione la percezione che, anche subentrato, possono conquistare una maglia da titolare. Ne ho parlato con Starita in settimana. Nelle partite precedenti è subentrato con l’atteggiamento giusto e ha dato il suo apporto alla squadra. Sta cercando di mettere minutaggio nelle gambe per poi poter partire dall’inizio. È quello che mi aspetto da Starita, da Acampora, da Veltri, da Manconi e da chi subentra. Tutti devono avere questa consapevolezza, ognuno deve dare il proprio contribuito e poi starà sbagliare il meno possibile. Starita rispetto al primo tempo ci ha dato più vivacità, più brio. Con Perlingieri guadagniamo nella manovra, con Starita invece riusciamo ad avere molta più profondità. Mi sembrava alla squadra servisse questo. 

Quello che ho cercato di fare per essere meno prevedibile e scontato è stato passare a un centrocampo a due, con Manconi sotto Starita. Lamesta per caratteristiche è quel giocatore che ha la possibilità di puntare l’uomo e creare superiorità numerica continuamente. Per gran parte del secondo tempo ci siamo ritrovati a  giocare negli ultimi 25 metri e in quel caso avevamo bisogno di una giocata individuale che poteva darci Lamesta, Manconi o Lanini. Starita invece è un giocatore che riesce ad attaccare bene gli spazi. Fatica a tirare? Si fatica, nonostante ci si arriva a 10-12 metri dalla porta. Ciò mi rammarica e mi fa arrabbiare, lì bisogna calciare in porta con determinazione e cattiveria. Il Sorrento, che ha obiettivi diversi e che aveva alcuni giocatori assenti, ha chiuso tutte le linee di passaggio. L’obiettivo era muovere il pallone il più velocemente possibile per cercare di farli arrivare in ritardo nelle chiusure, qualche volte abbiamo sbagliato l’ultimo passaggio o non abbiamo proprio tirato. Siamo apparsi leziosi perché era difficile trovare gli spazi giusti per poter far male all’avversario”.