Napoli

Antonio Conte, allenatore del Napoli, ha presentato in conferenza stampa il match contro l’Udinese.

Manna ha parlato del mercato, poi l’Inter ha perso con la Fiorentina. Lei ha avuto difficoltà con i ristoranti da 100 euro, quindi ha deciso di crearne uno suo?
“All’epoca quella battuta rispecchiava la realtà. Quando in un determinato momento non puoi permetterti di spendere quanto gli altri, può capitare. Non comprendo perché si debba continuare a insistere su quella frase. E soprattutto, perché dovrei essere etichettato come qualcuno che chiede sempre? Trovo questa domanda poco piacevole, legata a una citazione che non ha più senso. Se vuole farmela, lo faccia senza riprendere quella frase, perché è del tutto inutile.”

Sta pensando che con questa squadra possa realizzare un capolavoro?
“Dopo sette mesi ne sono ancora più convinto: posso replicare quanto fatto in passato in ogni club in cui ho lavorato, contribuendo alla crescita. Questo è il mio obiettivo. Il passato è sotto gli occhi di tutti, ma qualcuno preferisce non riconoscerlo. Ovunque sia stato, il club è migliorato sotto diversi aspetti. A Napoli voglio fare lo stesso: aiutare la società a crescere. Gli All Blacks dicono sempre: ‘Lascia la maglia in condizioni migliori di quando l’hai trovata’. Questo è il mio intento, lasciare qualcosa di positivo quando un giorno dovrò andarmene, sperando che accada il più tardi possibile. Per essere competitivi nel lungo periodo, il club deve evolversi. Il calcio cambia, ciò che funzionava ieri va aggiornato, noi stessi dobbiamo adattarci a livello tattico. Più che pensare ai singoli giocatori, io rifletto su come aiutare il club a svilupparsi. La priorità non è comprare un giocatore da 50-60-70 milioni, ma investire nelle infrastrutture, creare un centro sportivo, costruire una ‘Casa Napoli’, sviluppare il settore giovanile, che oggi è carente. Io non farò mai polemica sugli investimenti nei giocatori, ma continuerò a esprimere la mia opinione sulla crescita strutturale del club, come ho fatto sin dal mio arrivo. Il mio compito è supportare il direttore sportivo, che è giovane ma capace, e accompagnarlo nel suo percorso. Sono qui per affiancare la famiglia De Laurentiis con la mia esperienza, offrendo la mia visione per il futuro. Tutto il resto sono chiacchiere inutili: non sono arrabbiato ma felice per ciò che sto sviluppando con i ragazzi e qui vengo contento perché i ragazzi mi daranno l’anima. Il nostro obiettivo è cercare l’eccellenza con ciò che abbiamo, senza rimpiangere quello che non c’è. Non dobbiamo distruggere quanto costruito con fatica: qui sembra che tutto sia dovuto, ma non è così se pensiamo da dove siamo partiti. Io parlo di costruire. Spero sia chiaro! Sono qui per aiutare il club a crescere con i miei suggerimenti. Poi la decisione finale spetta alla società, io posso solo indicare la strada. Voglio contribuire a creare qualcosa di solido e duraturo. Non si compete solo con investimenti da 150 milioni o con acquisti da 50-70 milioni: quelle sono illusioni. La vera forza sta nel lavoro e nella programmazione”.

Buongiorno, Billing, Okafor? Come sta il primo e quale può essere il contributo degli altri?

“Buongiorno sta facendo progressi significativi, ma al momento Jesus è in una forma migliore e partirà titolare domani, mentre Buongiorno inizierà dalla panchina e seguirà un programma di allenamento differenziato per tornare al livello abituale. Billing è un ragazzo serio che si sta adattando alla nostra metodologia di lavoro. A causa delle numerose difficoltà affrontate, questa settimana abbiamo organizzato un’amichevole con il Giugliano, che mi ha permesso di valutarlo in una partita reale. Sta bene fisicamente, si sta integrando nel nostro gioco ed è molto diligente, quindi sarà sicuramente utile alla squadra. Okafor è arrivato solo quattro giorni fa e non è ancora al top della forma. Ha iniziato un programma di lavoro intenso con delle sessioni aggiuntive, ma domani sarà in panchina con un minutaggio molto limitato”.

Cosa teme dell’Udinese?

“Non abbiamo paura di nulla, rispettiamo ogni avversario, ma il timore non rientra nel nostro modo di pensare. L’Udinese è una squadra di valore, dotata di fisicità e struttura, e può crearci difficoltà soprattutto nelle ripartenze. Dovremo essere molto attenti anche sulle palle inattive, visto che hanno diversi giocatori oltre il metro e novanta. Ogni partita richiede il massimo impegno e rispetto, e come sempre dovremo lottare fino alla fine”.

La sconfitta dell’Inter a Firenze vi avvicina diversamente all’Udinese? È una vigilia diversa?

“Dico ai miei ragazzi di concentrarsi su di noi, senza guardare agli altri. Ci aspetta una gara difficile, e i ragazzi ne sono consapevoli. Restate sereni: siamo una squadra con i piedi per terra e sappiamo che ogni risultato va conquistato sul campo. Non c’è il rischio che qualcuno si esalti troppo, dobbiamo rimanere focalizzati sul nostro percorso. Questo viaggio è iniziato a luglio e non so dove ci porterà a fine stagione, ma vogliamo godercelo fino in fondo”.