valentini, salernitana

Marco Valentini, direttore sportivo della Salernitana, è intervenuto in conferenza stampa per tracciare un bilancio dopo la chiusura del calciomercato:

“Faccio una piccola premessa. È doveroso ringraziare tutte le persone che in questo mese mi hanno supportato, sono state settimane intense. Il mercato è stato diviso in due step perché la situazione di classifica ci imponeva di muoverci così. All’inizio abbiamo dato al club e alla squadra le risorse necessarie per affrontare le prime partite, poi c’è stata la parte finale. Sono stato supportato da tutti, dalla proprietà e dall’amministratore delegato, dal mio staff e dalla segreteria. È stato un mese intenso. Anche a livello di sensazioni, alla fine del mercato da parte nostra c’è stata molta soddisfazione.

L’obiettivo primario era rinforzare la squadra ed è stato fatto. Faccio l’analisi a livello qualitativo, secondo me è una rosa che esce sicuramente più completa ed equilibrata. È stato fatto un discorso logico ed è stato accontentato l’allenatore. Ad oggi Breda ha tutte le possibilità per poter modulare questa squadra nel miglior modo possibile. L’unica cosa che posso dire, come battuta, sono tornato a Salerno da Milano e mi sono preso degli insulti da parte di un tifoso. Lo dico in maniera simpatica. Ci ha detto che eravamo senza attaccanti. È anche un po’ ingeneroso nei confronti del club e degli attaccanti che ci sono, pensare che questa squadra sia senza attaccanti mi viene da sorridere.

Sono salito a Milano con il mercato fatto al 90%, questa era la strategia. Se avessi preso Cerri e Raimondo all’ultimo giorno, a livello di narrativa si sarebbe parlato di due grandi colpi. Per rispetto dei ragazzi che sono venuti, mi sembra un racconto ingeneroso per la proprietà e per tutti gli sforzi fatti in questo mese”.

Il punto sul mercato

Sulle cifre: “Le scelte che si fanno sui calciatori e le loro decisioni esulano dal solo discorso economico. Ci sono meccanismi che vanno oltre. Ho fatto delle offerte per alcuni calciatori anche maggiori rispetto a quelle che avevano ma hanno scelto di non venire. Dietro le scelte professionali di ogni soggetto umano non ci sono solo i soldi, si parla anche di vita. Capisco che possa interessare quanto sia stato speso, ma non è quello il punto. La proprietà mi ha dato grandissima disponibilità, poi c’è una logica di gestione del gruppo e di equilibri che vanno mantenuti. Quando siamo arrivati con il mister confidavo nel rivitalizzare una parte di gruppo che non stava rendendo al massimo e in più aggiungere altri calciatori per colmare le lacune. Parlare di soldi non è il nocciolo della questione. Abbiamo offerto il doppio ad alcuni giocatori che sono andati altrove o abbiamo offerto di meno a calciatori che hanno accettato per l’opportunità professionale. In sede di calciomercato la questione economica è quasi marginale. Il presidente e la società mi hanno messo a disposizione le risorse necessarie per rinforzare questa squadra, c’era massima disponibilità anche nell’ultimo giorno”.

Sul difensore: “L’operazione che si stava facendo con l’Udinese non riguardava soltanto un calciatore, ma a livello numerico e di caratteristiche in difesa ci siamo. Secondo me un club ha il dovere di guardare tutte le opportunità che si possono creare. La trattativa che si stava portando avanti con l’Udinese era anche proiettata al futuro. Si stava parlando per un’operazione a titolo temporaneo con diritto o in prestito biennale. Guessand lo conosco da qualche anno, si poteva anticipare per valutarlo in questi mesi e per continuare a tenerlo. Non era solo un’operazione finalizzata solo nel breve periodo. Alle 23.40 eravamo pronti con le carte, l’altro club non aveva il controllo del ragazzo, non riuscivano a trovarlo. Da parte loro c’è stato un lavoro in ritardo. Alle 23.58 eravamo pronti in tutto e ci abbiamo messo un minuto a mandare le carte, ma l’Udinese ha avuto poco tempo per fare il deposito e ci ha impiegato un minuto e due secondi. Volevamo prendere un giocatore ma non perché ci servisse urgentemente adesso”.

Sul mercato: “Quando si pianifica, non si decide quel giocatore e prendo quello. Per una serie di fattori si mettono in piedi più possibilità, Zuccon è sempre stato un nostro obiettivo. Dovevamo valutare bene quelli che avevamo, con una tipologia di lavoro diverso volevamo vedere come rispondessero. Il centrocampo è un reparto che abbiamo completato sia a livello numerico che di caratteristiche, abbiamo messo giocatori di quantità e qualità. Saric? Aveva le qualità tecniche per completare questo organico, ma non c’erano le condizioni di operazione con il Palermo. Saric l’ho venduto io, so quanto è stato pagato, quanto sta a bilancio e il reale valore del calcio. La valutazione del Palermo non è in linea con la valutazione del calciatore. Abbiamo fatto delle riflessioni e abbiamo deciso che altri profili erano quelli giusti per noi. Zuccon, Caligara e Girelli rispondono alle caratteristiche che cercavamo. Affare più difficile? È stata la trattativa per Raimondo”.

Su Henry e Russo: “La proprietà, prima di partire per Milano, mi ha dato massima disponibilità. Partendo questo presupposto, negli ultimi giorni ci sono stati degli avvicinamenti con Henry e Russo. Abbiamo avuto interlocuzioni dirette. Abbiamo parlato con Henry, ma recentemente ha avuto un grosso problema familiare e non si è sentito di muovere la famiglia per un periodo provvisorio, parliamo di quattro mesi. Ha deciso con la sua famiglia di non spostarsi. Con Russo c’è stata una valutazione diversa. Abbiamo offerto il doppio, a livello economico, di quello che gli offrivano gli altri club. Hanno fatto una valutazione di opportunità di carriera. Un ragazzo che non gioca al Sassuolo decide di spostarsi se ha garantita con una percentuale alta la possibilità di giocare. Il ragazzo mi ha detto che con Cerri e Raimondo era quasi sicuro di giocare poco. Ha fatto una scelta professionale ed è andato a Cesena”.

Sul portiere: “Con Sepe non c’è mai stato nessun tipo di problema. Avevo un dovere nei confronti della città, dei tifosi e del club, ovvero migliorare la squadra. È capitata l’occasione di Christensen. Avendo delle interlocuzioni con la Fiorentina, mi hanno detto che il calciatore era in uscita. Avevo il dovere di migliorare questa squadra, ho parlato con Sepe e gli ho spiegato la situazione. In cinque minuti abbiamo fatto l’operazione con Christensen. C’è stata grande serenità con il portiere già presente. La decisione è stata veloce, ma anche corretta e professionale”.

Sul mercato degli svincolati: “Progetto triennale? Su tanti giocatori ci siamo presi il diritto di riscatto, su Caligara c’è anche l’obbligo. È giusto dare un occhio al futuro. Ho iniziato a fare questo mercato con la squadra ultima, la cosa principale è salvare la categoria quindi abbiamo ragionato sull’immediato. In lista siamo 18, Simy resta con noi e non ho nessuna intenzione di fare altre operazioni. Poi il campo ci dirà se le scelte sono state quelle giuste o meno. Simy? In questa fase di mercato gli ho messo sul tavolo quattro offerte provenienti dall’estero, il calciatore le ha declinate. È nei suoi diritti. Conoscete meglio di me quello che è stato il suo percorso qua, non mi sento neanche di commentarle più di tanto. Ha avuto la possibilità di uscire, non l’ha sfruttata. Il suo contratto scade a fine campionato e farà le sue valutazioni. Lui e l’entourage hanno chiesto la risoluzione, ma è una situazione che si può concretizzare quando le due parti sono entrambe d’accordo. Secondo me il trend è in crescita, è positivo. Abbiamo fatto 6 punti in 4 gare, affrontando le tre squadre più forti del campionato. Squadra e allenatore hanno fatto un grande lavoro in questo primo mese. Nessuna ci ha messo sotto a livello clamoroso. A Pisa non abbiamo fatto una grande prestazione, ma il discorso va fatto anche sull’avversario. La squadra ha trovato equilibrio”.

Sul calendario: “Non è un momento decisivo, ma molto importante. I momenti decisivi sono ad aprile. È un bivio importante, saranno tre scontri diretti con una squadra rinforzata ed unita. Come club, in poco tempo, abbiamo fatto un bel lavoro. Ho delle sensazioni molto positive sul lavoro quotidiano. Questo momento va affrontato tutti insieme. Dobbiamo dare un sensazione di grande unione, compattezza e forza anche all’esterno”.

Su Torregrossa: “Il primo giorno ho chiesto alla squadra di mettermi in difficoltà. Torregrossa è stato valutato, con l’arrivo di Cerri e Raimondo lo spazio si è ridotto. Ha avuto la possibilità di andare in un club di Serie B, abbiamo deciso di farlo uscire, considerata anche l’abbondanza offensiva. Soriano? Non è mai stato in discussione, ci darà una grande mano”.