Salernitana, Petrachi: “Il progetto deve essere sostenibile. Quando ci sono pochi denari contano le idee”
Il nuovo direttore sportivo della Salernitana, Gianluca Petrachi, è intervenuto in conferenza stampa e si è presentato alla piazza. Queste le sue parole: “Mi aspettavo una conferenza bella calda e suggestiva, sono abituato. Ci tengo a ringraziare la gente di Salerno perché mi sta dimostrando affetto e consenso, questo mi inorgoglisce perché sto riuscendo a trasferire qualcosa anche se in silenzio. Vi posso garantire che sono qui con entusiasmo. Conosco la piazza. Si viene dall’amara retrocessione. Quando mi hanno chiamato, ho detto: “Mi sarebbe piaciuto arrivare prima per poter aiutare la squadra a salvarsi, poteva farcela”. Questo per farvi capire che seguivo la Salernitana da tempo. Al netto della categoria, che non ho guardato, ho pensato a ciò che Salerno poteva darmi per rilanciarmi. Quell’entusiasmo e quell’empatia forte nel lasciarmi lavorare per poter dare qualcosa a questa piazza. Dico che ce la metterò tutta, farò di tutto per dare delle soddisfazioni a questa piazza perché ha subito un’annata difficile e retrocedere così è disarmante per un tifoso. Non ci sono state grandissime contestazioni, credo che il pubblico sia rimasto civile e abbia fatto delle cose che hanno spiazzato un po’ il calcio italiano. La tifoseria è retrocessa dignitosamente, questo significa che è una piazza che ha imparato. È una cosa importante perché oggi siamo all’anno zero. Penso che la cosa più corretta sia quella di ripartire tutti insieme. Non è facile, ma vi invito ad essere uniti.
Ci sono delle difficoltà oggettive importanti: questa squadra dovrà essere costruita, ci sono dei buoni giocatori ma bisogna vedere quanti sono disposti a restare a Salerno. Ne ho chiamati tanti e non è che ci sia questa grande voglia e passione di restare. Molti vogliono rimanere nella categoria o andare via. Chi non sente di rimanere, è meglio che si faccia da parte. Questo è stato il mio primo messaggio ai calciatori e ai loro agenti. Chi viene, dovrà farlo con la voglia di fare bene e di onorare la maglia. Siamo partiti in un ritardo eccessivo, non si può negare. È evidente anche che la società si è trovata in un punto in cui c’erano in corso delle trattative. La questione ha rallentato un po’ le cose e ha creato un filino di disagio, anche a me ed è inutile nasconderlo. Quello che mi sento di dire è che la società mi ha messo a disposizione la possibilità di poter scegliere con la mia testa, opererò con quelle che saranno le risorse. Ci sono dei giocatori da vendere, poi in base alle cessioni vedremo cosa riusciremo a fare. Deve essere un progetto sostenibile. Ho trovato un presidente deluso, che la mazzata l’ha presa prima lui. È inutile stare qui a rinfacciare, bisogna ripartire. Le risorse sono diverse rispetto a qualche anno fa quando avrei voluto essere diesse granata, non si possono spendere più denari di prima e su questo sto cercando di lavorare apportando idee. Quando ci sono pochi denari le idee contano. Bisogna avere la pazienza di aspettare la ricostruzione di qualcosa su cui oggi c’è pochissimo, cercando di riportare la Salernitana sul palcoscenico che merita.
Sicuramente c’è da ricostruire un gruppo, dovrò verificare chi vuole rimanere e chi no. C’è un progetto di sostenibilità, noi dovremo cercare di fare un mercato intelligente. I nomi di Coda, Vandeputte, ecc. sono stati attenzionati, ma prima di fare operazioni in entrata bisogna farne in uscita. Devo cercare di trovare il giusto equilibrio, prendere qualche calciatore di esperienza e qualche giocatore giovane. La sostenibiltà arriva dai giovani, da quelli che hanno voglia e fame. Queste sono le cose da cui ripartire. Posso garantire che la Salernitana proverà nell’arco di un trienno a tornare in Serie A. Il mio lavoro più grande sarà la bonifica di questo spogliatoio, fosse per me non confermerei nessuno. Sono stati fatti tanti nomi, posso dirvi che ho contattato due tecnici a parte la parentesi Sottil: Fontana e Martusciello.
Fontana aveva dato disponibilità, anche se aveva dato la parola d’onore al latina per il rinnovo del contratto. Quando ho saputo che aveva questo impegno, ci siamo parlati e ci siamo detti che forse era giusto mantenere il proprio percorso e non deludere il Latina. Successivamente ho risentito Martusciello e mi ha detto ‘Sono pronto a calarmi in questa avventura’. Anzitutto ci saranno novità dal punto di vista tattico. Una delle novità sarà il 4-2-3-1, non c’è più spazio per il 3-5-2 e per gli scontenti non ci sarà ulteriormente spazio. Cessioni? Sulle uscite ci sto lavorando. Quando si è in difficoltà, arrivano i club e cercano di strozzarti. Alla società ho chiesto di sostenermi e darmi forza, non sarebbe giusto dare via un giocatore per un tozzo di pane. È giusto riconoscere il valore del calciatore, soprattutto perchè quel denaro mi servirà per potenziare la squadra. Iervolino è stato chiaro. Non è facile vendere e ricomprare, perché le temipistiche del calciomercato sono anomale. Mi interfaccio quotidianamente con l’amministratore Milan, se c’è la percezione di fare qualche operazione importante vorrei che arrivasse l’ok. Un sacrificio momentaneo deve essere fatto perché far arrivare un calciatore importante vuol dire trainare chi arriverà in un secondo momento.
Timing? Abbiamo perso qualche giorno perchè stavo lavorando sul 3-5-2. Con Martusciello abbiamo deciso di effettuare un cambio di rotta e passere al 4-2-3-1. Alcuni calciatori attenzionati possono essere utilizzati in quel modulo, altri sono usciti di scena automaticamente. Magari ci sarà anche qualcuno di questa rosa che vorrà rimanere e lavorare in un nuovo gruppo di lavoro. Alcuni telefonicamente sono stati chiari, ma se non c’è la possibilità di andare via li voglio con il coltello tra i denti. Io non sono il tipo di mettere i calciatori fuori rosa, infatti sto convocando tutti. Metterò tutti nella condizione per ripartire da zero e con serietà.
Non sono qui a fare l’avvocato, non devo difendere il presidente perché non ne ha bisogno. Il presidente è appassionato di calcio, però non ha una competenza. Quando dice che la squadra è forte lo dice perché ci sono giocatori forti: se pensiamo a Dia, Bonazzoli, Maggiore, Pirola, sono tutti giocatori che meritano il palcoscenico della Serie A. Un presidente può pensare che sia facile vincere in Serie B, come fumare una sigaretta. Gli ho detto che non è esattamente così: un giocatore che non vuole restare è un danno per la società e per il gruppo. Il presidente sostiene che spetti al direttore sportivo e all’allenatore fornire le giuste motivazioni. Tuttavia, ci sono giocatori che non vogliono ascoltare. Sarebbe fantastico se Bonazzoli e Dia restassero, se ne hanno la volontà, ma dobbiamo anche capire con chi possiamo costruire la squadra. L’attrattiva della Salernitana è ancora forte? Ho contattato almeno 10-12 giocatori: nel calcio, la mia credibilità è solida. La piazza di Salerno è ancora molto ambita, e spero che il presidente possa riappassionarsi a questa realtà e restare al nostro fianco, poiché le risorse che può offrire sono notevoli. Spero di riuscire a fargli ritrovare entusiasmo e determinazione, così da aiutarci a costruire una squadra ancora più forte di quella che è nelle mie prospettive.
Sostenibilità? La sotenibilità riguarda il budget di ingaggi. Ho un lordo da rispettare, sta a me trovare la chiave di lettura giusta. Sarei felice se qualcuno si avvicinasse a me chiedendomi di restare. La società mi ha dato piena libertà e so che, se lo desidero, posso mantenere qualcuno nell’organico pur tenendo conto dell’equilibrio del monte ingaggi lordo, che non è basso rispetto alla categoria. Candreva e Fazio restano? Fazio è stato un mio giocatore alla Roma e gli ho spiegato che vorrei rinnovare la squadra il più possibile. Anche lui è reduce da una retrocessione e, sinceramente, chi retrocede non è mai tranquilla. Preferirei cambiare il più possibile, ma non per una questione di qualità. Lo stesso discorso vale per Candreva. Il progetto è sostenibile e orientato sui giovani. Nonostante Candreva sia un grande atleta, ha un ingaggio elevato. È sicuramente stato uno dei pochi a non mollare, tuttavia serve una ventata di freschezza. È una mia scelta strategica.
Cosa mi aspetto dalla gente di Salerno? Alla prima partita, mi aspetto comprensione; il tifoso è consapevole delle difficoltà che affronta la Salernitana. La gente ha già capito. Faccio calcio da 40 anni, ho visitato poco la città, ma le poche volte che sono uscito, molte persone mi hanno emozionato e mi hanno chiesto di non dimettermi. Feeling con la Lazio? L’operazione Tchaouna era stata già conclusa dal dottor Milan prima del mio arrivo. Con Fabiani ho discusso del mister, poiché aveva un contratto in corso con loro. Mi ha aiutato a tesserarlo il prima possibile. Se c’è qualche giocatore che mi piace, lo prenderò. Tuttavia, sotto questo aspetto, sono una persona indipendente e non ho debiti di riconoscenza verso nessuno. Lo stesso vale per gli agenti”.