Vigorito: “Errori? Vi dico dove ho sbagliato. La passione di Cannavaro non è bastata. Su Coda, Lapadula e i tifosi…”

Vigorito: “Errori? Vi dico dove ho sbagliato. La passione di Cannavaro non è bastata. Su Coda, Lapadula e i tifosi…”

Oreste Vigorito, presidente del Benevento, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de Il Corriere dello Sport. Diversi gli argomenti trattati, dalla situazione attuale alle scelte di mercato:

“Ci sono stati errori. Io per primo ne ho fatti tanti. Quello più grande è non essere stato risoluto nel resettare il progetto e renderlo più sostenibile e congruo alle possibilità e all’interesse della città. Dopo quella gara all’Arena Garibaldi si era chiuso un ciclo. Eravamo partiti per fare un grosso rinnovamento, ma non siamo riusciti a vendere calciatori che pesavano sull’organico e sul bilancio per liberare spazi e risorse. E abbiamo fatto acquisti che non hanno sempre funzionato. Questa situazione è stata aggravata dagli infortuni. Avrei voluto cambiare tutto dopo aver perso la A in modo rocambolesco, ma non ci sono riuscito. È la colpa che mi attribuisco. Altre non riesco a trovarne. Tifosi? Ho provato a dialogare col popolo giallorosso dal primo giorno e mi auguro di poterlo ancora fare. Ma se su 8 mila abbonati, 4 mila non vengono allo stadio, faccio fatica a comprenderne le ragioni.

Cessioni? Molti hanno abbandonato la nave. Ma chi è andato via non ha mai spiegato perché. Lapadula, Barba, Forte averli persi ci ha penalizzati. Qualcosa s’era rotto. Ma non con me. Se uno vuole cambiare aria, cosa puoi fare? Lapadula ha chiesto di essere ceduto quando era capocannoniere. Ho parlato con lui e i procuratori e non sono riuscito a capire il perché del divorzio. Impossibile trattenerlo, benché l’avessi pagato 4 milioni di euro. Altro mistero doloroso. La cosa triste è che vanno via senza salutare. Allenatori? Cannavaro aveva portato freschezza. Ma l’effetto non è durato. Certo, l’ho visto lavorare con passione. Ma dopo la fiammata iniziale ci eravamo spenti anche con lui. È andato via il direttore sportivo, un particolare non irrilevante. Non c’era più condivisione nella soluzione dei problemi emersi. Stellone? Mi è sembrato l’uomo giusto per generare risorse umane e ambiente. Ci sta provando con tenacia. Coda? Al nostro ds aveva dato la disponibilità al trasferimento. Ma era un’operazione da 8 milioni di euro. Mi sono chiesto se ne valesse la pena. Poi il presidente del Genoa, Zangrillo, non ha voluto darci più il calciatore perché con l’arrivo di Gilardino Coda è tornato in campo e ha fatto gol”.

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